Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 75

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La «boria delle nazioni»
La complessa vicenda della riflessione di Doria sulle problema-
tiche richiamate meriterebbe di essere studiata analiticamente. Qui
mi limito a qualche considerazione sintetica, non senza qualche
richiamo alla stagione di pensiero probabilmente più interessan-
te dell’aristocratico genovese in materia di “borie”, quella, della
“maturità”, nella quale egli, con incoercibile polemica antidispo-
tica, sottoponeva alla critica più dura la boriosa sopraffazione dei
popoli da parte delle nazioni (specie l’Olanda e l’Inghilterra) dotate
della maggiore potenza, largamente fondata sullo strapotere di un
pernicioso commercio puramente «ideale», finanziario.
La pur mossa meditazione doriana restò sempre profondamente
“etico-politica”, e pressoché tutta versata sul mondo a lui contem-
poraneo, con uno sguardo che si rivolgeva all’antico, anche con cifre
crescenti di nostalgico ma non inoffensivo “arcaismo”, per attin-
gervi in sostanza modelli (in ultimo il modello platonico di società
governate dai sapienti, dai filosofi) di insofferente critica al presente.
In tal senso era estraneo all’aristocratico genovese l’interesse
vichiano per il “genetico”, e quindi anche l’universalismo di una
prospettiva che assegnava ad ogni nazione la barbarie originaria di
umilissime rozzissime origini; una prospettiva alla quale Vico of-
friva un’inedita formidabile fondazione concettuale, ma che si an-
dava affermando in una stagione della cultura europea aperta alla
considerazione e ricostruzione storica della civiltà umana (in un
contesto di discorso in verità assai più ristretto, pur aveva già detto
sentato Vico e Doria come protagonisti dell’irreligioso, “spinozista”, eversivo,
«illuminismo radicale» europeo, quindi allineati con le punte delle culture dei
paesi più avanzati: cfr. J.I. Israel,
Radical Enlightenment. Philosophy and the making
of Modernity 1650-1750
, Oxford, Oxford University Press, 2001 e
Enlightenment
Contested. Philosophy, Modernity, and the Emancipation of Man 1670-1752
, Oxford,
Oxford University Press, 2006. Ho discusso criticamente le tesi di Israel, porta-
trici di forzature storiografiche anche fortunate ma inaccettabili, segnatamente
in un saggio raccolto negli atti di una Conference tenutasi a Oxford nel 2008:
E. Nuzzo,
Between orthodoxy and heterodoxy in Italian culture in the early 1700s: Giam-
battista Vico and Paolo Mattia Doria
, in S. Mortimer - J. Robertson (Eds.),
The
Intellectual Consequences of Religious Heterodoxy 1650-1750
, Leiden-Boston, Brill,
2012, pp. 205-234.
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