Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 84

Enrico Nuzzo
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fondito fino a reggere sotto questa cifra un riattraversamento ed
una rilettura della sua intera riflessione (che sui caratteri dei popoli
si sarebbe arricchita di una significativa consuetudine di lettura con
i testi della letteratura di viaggio o verso di essa debitrice).
Sarebbe un lavoro in larga misura ancora da svolgere, e non pri-
vo di interesse anche se riguardato sotto l’angolazione delle “bo-
rie” nazionali o europee. Basterebbe a confermarlo già seguire
soltanto la vicenda dell’atteggiamento e delle pronunce di Doria
nei confronti della Cina, dell’ormai affermantesi modello e mito
cinese (ma bisognerebbe seguire assieme lo svilupparsi del giudizio
critico sulle nazioni che si erano impadronite tirannicamente del
commercio mondiale, largamente praticando il commercio «idea-
le», l’Olanda e l’Inghilterra che sarebbero diventate i modelli pre-
diletti dei riformatori napoletani
32
). Al fine di fornire almeno un’e-
semplificazione un po’ più diffusa, dirò qualcosa sull’argomento,
peraltro non trascurato negli studi doriani
33
.
Si può anche dire che un vero e proprio idoleggiamento della
Cina fu per Doria «una scelta dell’ultima ora», come riteneva Rotta,
ma non si può parlare di un assoluto voltafaccia, e occorre comun-
que distinguere la vicenda della valutazione del sistema cinese da
quella del giudizio su Confucio (che doveva risentire della diatri-
ba teologico-filosofica accesasi sulle cerimonie cinesi così come
dell’ossessivo antispinozismo doriano)
34
.
32
La distinzione tra commercio «reale» e ideale» era stata già elaborata, con
particolare riferimento alla scoperta delle Indie, nella su richiamata terza edizio-
ne della
Vita civile
. Ricorda il punto, tra l’altro, in sue attente pagine su Doria, J.
Robertson,
The Case for the Enlightenment. Scotland and Naples 1680- 1760
, Cam-
bridge, Cambridge University Press, 2005, p. 336.
33
Ma rinviando analisi maggiormente approfondite ad uno studio già in larga
parte approntato sull’Oriente, sugli Orienti, nella cultura meridionale del primo
Settecento (esteso in particolare a Francesco Gemelli Careri e Amato Danio).
34
Per il giudizio critico circa il rovesciamento delle posizioni di Doria effet-
tuato sulla Cina si vedano almeno le posizioni di Rotta e di Conti (S. Rotta,
P.M.
Doria rivisitato
, in
Paolo Mattia Doria fra rinnovamento e tradizione. Atti del Convegno di
Studi, Lecce 4-6 dicembre 1982
, Galatina, Congedo, 1985, specie pp. 419-426 – le
parole citate a p. 419 –; V. Conti,
Paolo Mattia Doria, Dalla repubblica dei togati alla
Repubblica dei notabili
, Firenze, Olschki, 1978, pp. 121-125 e 231-240.
1...,74,75,76,77,78,79,80,81,82,83 85,86,87,88,89,90,91,92,93,94,...500
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