Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 76

Enrico Nuzzo
76
Locke che «al principio tutto il mondo era come l’America»
20
).
Gli elementi genetici dei caratteri, delle forme delle nazioni ai
quali guardava quella riflessione erano invece quelli indotti dalla sa-
piente o prudente produzione “legislativa” di costumi e istituzioni
politiche, secondo orientamenti e indicazioni di una complessa tra-
dizione di pensiero entro la quale ci si poteva ispirare, per inten-
derci, tanto a Platone come a Machiavelli. Era proprio di quella
riflessione, allora, un certo diverso spirito universalistico, idoneo a
valutare costumi e istituzioni delle nazioni, i loro caratteri “etico-
politici”, secondo il metro di comunità politiche libere, rette da go-
verni “savi”, tese a conseguire con appropriati assetti (anche con
l’equilibrio dei rapporti di ordine “economico-sociale”) il bene co-
mune, in primo luogo della sicurezza delle persone e dei beni. Allo
stesso tempo l’interesse “sincronico” all’individuazione ed analisi
della varietà dei caratteri dei singoli tipi psicologici faceva riferimen-
to ad un apparato concettuale largamente tributario verso l’impo-
stazione della fisiologia meccanicistica tardocartesiana, orientata a
cogliere le cause di quella varietà nella specificità delle conforma-
zioni, degli assetti delle fibre, degli spiriti animali, etc., della «corpo-
rea macchina». La dislocazione di un simile sapere nel campo delle
cause fisico-geografiche era un’operazione (nella quale come è ben
noto si sarebbe distinto Montesquieu) che attirava poco l’aristocra-
tico genovese, che pur sulla materia non si sarebbe limitato ad assu-
mere vedute più consuete, ma le avrebbe riproposte nel linguaggio
della fisiologia postcartesiana. Se, così riviste, tali vedute in effetti
non mancavano di affiorare, restavano però in sostanza fortemente
limitate entro un discorso nel quale risultò sempre assai marginale
l’importanza attribuita agli elementi del condizionamento naturale
geografico, del clima, dello stesso “sito” più o meno benigno (im-
portanza che in genere, come accennato, nel “linguaggio politico”
sui caratteri delle nazioni tendeva ad essere assai subordinata).
20
«In the beginning all the world was America»: J. Locke,
Two Treatises of
Government
, ed. by P. Laslett, Cambridge, Cambridge University Press, 1988, p.
301 (tr. it.,
Secondo trattato sul governo
, in Id.,
Due trattati sul governo
, a cura di L. Pa-
reyson, Torino, Utet, 1968, p. 276). Ma si potrebbe andare indietro già a Hobbes
(
Leviathan
, I, 13).
1...,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75 77,78,79,80,81,82,83,84,85,86,...500
Powered by FlippingBook