Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 63

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La «boria delle nazioni»
hanno molto insistito studiosi ritenuti i maggiori rappresentanti
dell’«ortodossia modernista dominante»
7
.
7
Si vedano in ispecie i noti lavori di B. Anderson,
Imagined Communities. Reflec-
tions on the Origin and Spread of Nationalism
, London, Verso, 1986 – ma già 1983,
rev. ed. 1991 – (tr. it.
Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi
, Roma,
Manifestolibri, 2005); E. Gellner
Nations and Nationalism
, Ithaca (NY), Cornell
University Press, 1983 (tr. it.,
Nazioni e nazionalismo
, Roma, Editori Riuniti, 1992),
e E. Hobsbwam,
Nations and Nationalisms since 1780
, Cambrige, Cambridge Uni-
versity Press, 1992 (tr. it.,
Nazioni e nazionalismi dal 1870. Programma, mito realtà
,
Torino, Einaudi, 1991). Anthony A. Smith è l’operoso studioso più noto per
una critica alle posizioni dei “modernisti” operata da un taglio teorico-metodico
notevolmente diverso, connesso ad una prospettiva che si è andata definendo
come “etnosimbolica”, e risolto in una ricostruzione storico-sociologica dei pro-
cessi genetici e delle forme di uno spettro di nazioni e nazionalismi assai esteso
nel tempo e nello spazio. Di Smith cfr., fra i tanti suoi contributi, già
The Ethnic
Origins of Nations
, Oxford-Cambridge (Mass.), Blackwell, 1986 (tr. it., a cura di
V. Livini,
Le origini etniche delle nazioni
, Bologna, il Mulino, 1992);
The Nation in
History. Historiographical Debates about Ethnicity and Nationalism
, Cambridge, Polity
Press, 2000, particolarmente utile per un’efficace ricostruzione dei dibattiti sulla
materia nella prospettiva dell’autore, come annunciava lo stesso titolo, e anche
per indicazioni bibliografiche (tr. it., a cura di M. Mancini, con un’
Introduzione
di
A. Campi,
La nazione. Storia di un’idea
, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2007);
The
Antiquity of Nations
, Cambridge, Polity Press, 2004;
The Cultural Foundations of Na-
tions. Hierarchy, Covenant and Republic
, Malden (MA)-Oxford, Blackwell, 2008 (tr.
it., a cura di G. Mancini,
Le origini culturali delle nazioni. Gerarchia, alleanza, repubblica
,
Bologna, il Mulino, 2010). Andrebbero tenuti anche presenti – specie guardando
alle “borie” odierne – libri di Smith più curvati sul contemporaneo, come
Nations
and Nationalism in a Global Era
, Cambridge, Polity Press, 1995 (tr. it., a cura di
A. Sfrecola,
Nazioni e nazionalismo nell’era globale
, Trieste Asterios, 2000); ma altre
opere di questo originale studioso sono state tradotte nella nostra lingua. Non
è qui il caso di intervenire sul taglio teorico-metodico di studiosi come Smith,
che ha suscitato e suscita largo interesse, ma anche argomentate perplessità e
discussioni. Esso comunque non è da ignorare proprio se si tiene a mente che lo
spettro di esperienze della nazione rischia di restare tautologicamente racchiuso
nel cerchio dell’esperienza europea, e quindi a sottrarsi di principio al confronto
con forme di indagine e apporti disciplinari esterni alla storia politica, alla storia
delle idee, della cultura, eppure forse non rinunciabili nel lavoro di comprensione
delle “nazioni” non europee (magari a partire da quella “ebraica”). E ciò specie
guardando allo scenario odierno delle borie religiose, nazionali, patriottiche, etc.,
e più in genere dei sentimenti di appartenenza (si può rinunziare a strumenti di
comprensione come quelli offerti dalla sociologia dei gruppi, già attiva nell’Ot-
tocento con William G. Sumner, circa la dimensione strutturale dell’opposizione
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