Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 401

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Critica alla boria e
disperata impresa
ritorno storico al primitivo, e che Bachofen si ribellò al modo col quale
ordinariamente «gli eruditi trattano l’antico e il primitivo col riportarlo
ai nostri concetti, sentimenti e istituti moderni, e considerarlo quasi
forma rozza e disorganica e debole di questo, laddove in realtà nell’antico
e nel primitivo sono concetti, sentimenti e istituti fondamentalmente
diversi dai quali i nostri sono sorti non per semplice ampliamento,
ma ben più tosto per negazione e rivoluzione» (Croce,
Il Bachofen e la
storiografia afilologica
[…]); è ben vero che il Vico parla di una «fatica
molesta e grave» per discendere con la mente dalla civiltà alla barbarie
[…] ma è altresì vero che se essi avvertirono l’esigenza metodologica
di una storiografia del primitivo non costruirono poi effettivamente
tale storiografia neppure in abbozzo
11
.
E questo “fallimento” sarebbe da attribuirsi, secondo de Martino,
a una «impazienza filologica», soprattutto in Bachofen, che dimo-
strava il problema storico come problema non ancora nato, nono-
stante i due autori ne sentissero l’esigenza
12
. De Martino riprende
il tema vichiano della critica alla boria, ma ne critica la sovrappo-
sizione astorica fra filologia e storiografia che fa inciampare l’os-
servazione etnologica dei popoli primitivi, o del mondo popolare
subalterno, in una visione mitologica, dove le testimonianze e le
rappresentazioni sono scambiate in
fatti
.
In
Naturalismo e storicismo nell’etnologia
e nel
Mondo magico
il pro-
blema della boria per de Martino si poteva riassumere, rispettiva-
mente, con un tentativo di riportare i problemi magici e la religione
primordiale a categorie classificatorie che possono «metter capo ad
una sequenza di
idola mentis
, ma alla storia mai»
13
, e con un tentativo
di afferrare la realtà naturale come dato oggettivo «controllabile
con l’esperienza risolubile razionalmente nella legalità scientifica»
14
.
11
Ivi, p. 418, n. 2.
12
Ivi, p. 419, n. 2. Più tardi de Martino tornerà sull’indirizzo storicista, affer-
mando la necessità, per tale atteggiamento filosofico di
capire
storicamente la
realtà
metastorica
della religione (cfr. Id.,
Fenomenologia religiosa e storicismo assoluto
,
in Id.,
Storia e metastoria: i fondamenti di una teoria del sacro
, a cura di M. Massenzio,
Lecce, Argo, 1995, pp. 47-67. Originariamente, in «Studi e Materiali di Storia
delle Religioni», XXIV-XXV, 1953-1954, pp. 1-25).
13
E. de Martino,
Naturalismo e storicismo nell’etnologia
, Laterza, Bari, 1941, p. 89.
14
E. de Martino,
Il mondo magico
, cit., p. 53.
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