Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 410

Roberto Evangelista
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borghese
34
. Nonostante i residui feudali, si assiste – attraverso l’in-
gresso degli istituti di credito nell’agricoltura – a un accentramento
di capitali e di ricchezze e al controllo dell’economia agraria da
parte degli istituti di credito
35
. Proprio nel Meridione, in Basilicata,
nella piana di Eboli, nel Leccese, troviamo numerosi esempi di
unione tra capitale industriale e capitale finanziario e all’acquisto di
enormi distese di terre. Possiamo immaginare con qualche ragio-
ne che i contadini che Carlo Levi vede tornare a sera e riconosce
dal dondolio claudicante della fatica, non tornino dal latifondo di
qualche signore locale, ma dalla proprietà di qualche società di cre-
dito e di qualche grande industria alimentare.
Col fascismo, in effetti, le cose non cambiano granché, soprattut-
to dal punto di vista del capitale finanziario
36
. Poco prima del crol-
lo della borsa americana del ’29, infatti, l’agricoltura in Italia non
gode di ottima salute, anzi aggrava i problemi che ereditava dal pe-
riodo unitario. Con la rivalutazione della Lira, la bilancia commer-
ciale italiana va in disavanzo, le importazioni superano le espor-
tazioni, intaccando così le riserve auree dello Stato. Nonostante
questo, però, le industrie italiane hanno bisogno di importare ma-
terie prime senza intoppi, ma non di importare prodotti finiti. Le
materie prime venivano dunque importate, ma il prodotto finito
doveva essere italiano. È questo l’inizio dell’autarchia, non ancora
compiuta. L’agricoltura, risentì di questa politica con un sensibile
abbassamento del prezzo delle derrate alimentari. Anche la nuova
piccola proprietà agricola, che faticosamente si stava formando dal
primo dopo-guerra, entra irrimediabilmente in crisi
37
.
L’indebitamento sale alle stelle e si fa sentire in modo particolare sui
neoproprietari che per acquistare la terra, negli anni del dopoguerra,
34
Cfr. ivi, pp. 252-253.
35
Cfr. ivi, pp. 260-261.
36
La lettura di Pietro Grifone del fascismo, infatti, si basa proprio sulla conti-
nuità tra fascismo e Repubblica. Lettura che Grifone riesce a sostenere, proprio
attraverso l’esame dello sviluppo e dell’accentramento del capitale finanziario
(cfr. P. Grifone,
Il capitalismo nelle campagne (1860-1900)
, cit.).
37
Su questi aspetti cfr. ivi, pp. 56-77.
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