Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 419

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Critica alla boria e
disperata impresa
come orizzonte protetto, in cui la storia viene nuovamente sospesa
e vengono riproposte memorie culturali efficaci.
La protezione magica, così come emerge dal materiale relativo alla
magia lucana, si effettua mercé la istituzione di un piano metastorico
che assolve a due distinte funzioni protettive. Innanzi tutto tale piano
fonda un orizzonte rappresentativo stabile e tradizionalizzato nel quale
la varietà rischiosa delle possibili crisi individuali trova il suo momento
di arresto, di configurazione, di unificazione e di reintegrazione
culturali. Al tempo stesso il piano metastorico funziona come luogo
di “destorificazione” del divenire, cioè come luogo in cui, mediante
la iterazione di identici modelli operativi, può essere di volta in volta
riassorbita la proliferazione storica dell’accadere, e quivi amputata del
suo negativo attuale e possibile
63
.
La definizione della risposta mitico-rituale come crisi della
pre-
senza
, e il tentativo di riprendere la presenza messa in crisi dal-
la storia stessa, permette il ripetersi continuo e quasi autistico di
una
metastoria
, una sospensione del divenire storico che ripropone
azioni compiute
in illo tempore
, da qualcuno più potente di noi. La
contraddizione della doppia temporalità è così evitata e la storia è
ridotta all’unità del distacco del vitale e alla sua continua ripropo-
sizione attraverso la metastoria. Con questo concetto, de Martino
può riflettere le condizioni contraddittorie del mondo popolare
subalterno, sebbene questa riflessione, come in uno specchio, ne
rovesci i termini, dando alla contraddizione del ritorno del pas-
sato un suo statuto concettuale attraverso l’azione teogonica del-
la presenza in crisi. De Martino vuole mettere in crisi i prodotti
culturali della storia della religione e tiene ferma la centralità della
creatività dei valori culturali come una centralità eterna e assoluta.
Compito del ricercatore non è isolare il prodotto culturale «scelto
e deciso», ma «la coscienza in atto di scegliere e di decidere», di
passare, cioè, «da un contenuto all’altro creando un certo valore
pratico o teoretico». La creazione dei valori si muove autonoma-
mente e ha a che fare con l’essenza umana che è definita dalla lotta
63
E. de Martino.,
Sud e magia
(1959), Milano, Feltrinelli, 2001, p. 97.
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