Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 414

Roberto Evangelista
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forme culturali superstiziose è una recrudescenza, ovvero qual-
cosa che si ripropone
necessariamente
in mancanza di altri mezzi di
controllo della propria angoscia. De Martino partecipa di questo
mondo, se ne sente coinvolto e lo spiega con le parole dell’intel-
lettuale, partecipando e operando la stessa identica riflessione che
si determina nella testa dei contadini. Da questo punto di vista,
vale la pena ripeterlo, il ritorno dell’arcaico non è un semplice ri-
torno (altrimenti non si potrebbe definire arcaico, ma primitivo) o
permanenza del passato, ma è piuttosto una
insistenza
, una
esistenza
di un mondo che si ritrova impotente e utilizza gli strumenti di
controllo della realtà di cui ha esperienza e di cui può disporre.
La crisi della presenza si sviluppa come una crisi che da una parte
rispecchia una reale impotenza e dall’altra crea, indipendentemen-
te, le strategie per acquisire potenza. La creazione
teogonica
non
può che prendere spunto dalle forme passate che ripropongono,
appunto, il passato come
arché
, come principio mitico che opera
ancora
sulla realtà. Creazione e conservazione allo stesso tempo,
così come la civiltà capitalista pone il contadino nell’incontro con-
traddittorio tra
sviluppo
e
sottosviluppo
. Questa sorta di
pietas
intellet-
tuale è ben delimitata dalla letteratura, dall’arte, di Carlo Levi, che
riflette appunto la
simpatia
che nell’intellettuale metropolitano si
sviluppa di fronte a un mondo che
si presenta
e
si rappresenta
come
qualcosa di espulso dalla storia.
Attraverso la descrizione che abbiamo menzionato dell’incanta-
tore di lupi, attraverso la descrizione della ritualità magica con cui i
pazienti seguono i suoi ordini di medico, ordini che nella testa dei
contadini non si possono
d’una letteruccia
alterare, Levi esprime il
coinvolgimento nella realtà contadina e ne restituisce, con parole
letterarie, il senso di esclusione dalla storia, il senso di essere un
popolo perduto. Carlo Levi diventa, anche se in maniera distaccata
grazie alla cultura cittadina, parte di quel mondo. Levi comprende
molti degli aspetti che fanno parte della autorappresentazione del
mondo contadino: comprende il senso del magico
45
, la concezio-
45
Cfr. C. Levi,
Cristo si è fermato a Eboli
(1945), Torino, Einaudi, 2010, pp.
87-88.
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