Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 415

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Critica alla boria e
disperata impresa
ne pagana della potenza di dio e dei legami sentimentali
46
; l’im-
portanza del vincolo familiare e la predominanza del senso della
consanguineità sul senso dello Stato e della politica
47
. Comprende,
inoltre, la convergenza di mondo animale e mondo umano, dove le
bestie sono uomini e gli uomini sono bestie, dove i bambini sono
partoriti da animali e i cuccioli da donne
48
. Comprende e soprat-
tutto restituisce il senso di un passato che ritorna e del
mistero
di
questo ritorno. Un mistero che non può spiegarsi all’intellettuale
così come non si spiega al contadino e rimane oscuramente nasco-
sto nelle pieghe di uno sviluppo di una società che si staglia come
oggetto esterno, incurante della nostra opera.
[il viso di Giulia] aveva un fortissimo carattere arcaico non nel senso
del classico greco, né del romano, ma di una antichità più misteriosa e
crudele, cresciuta sempre sulla stessa terra, senza rapporti e mistioni
con gli uomini, ma legata alla zolla e alle eterne divinità animali
49
.
Vale a dire, come scriverà de Martino con parole diverse per-
ché parole di etnologo e non di letterato, che l’arcaico si presenta
come opera della divinità, nesso mitico-rituale, che permette lo
schiudersi attraverso le pratiche culturali della presenza. Ma Carlo
Levi, così come de Martino partecipa del
realismo
magico proprio
delle pratiche culturali delle genti di Lucania. Comprende quella
commistione fra illusione e realtà che mette in discussione
il dato
del nostro universo
50
. Levi comprende la
realtà
dei poteri magici in-
tervenendo sul problema con una posizione demartiniana, ovvero
antinaturalista e antistoricista
51
.
46
Ivi, p. 87.
47
Ivi, pp. 78-79.
48
Ivi, p. 98.
49
Ivi, p. 92.
50
Cfr. E. de Martino,
Il mondo magico
, cit., pp. 50 e 52-53.
51
Se veda in proposito il primo capitolo de
Il mondo magico
, cit. pp. 9-69.
Ovviamente per antistoricista si intende l’atteggiamento che de Martino ha nei
confronti della scuola storico-culturale, non della storia della cultura, che invece
ha un senso importante per l’etnologo napoletano nell’interpretazione dei po-
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