Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 406

Roberto Evangelista
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differenza rispetto al periodo pre-unitario, che rende indifferente la
permanenza dei rapporti feudali. Poco importa, da questo punto
di vista, se il contadino sia ancora legato alla terra da un rapporto
di mezzadria o da un vero e proprio rapporto salariato sotto le
più moderne tecniche agricole: la concorrenza del mercato che si
allarga prima al livello nazionale e poi mondiale lo mantiene in una
condizione di subalternità e di immiserimento. Le cose non miglio-
rano nemmeno – e sono molti i casi – quando il contadino è pro-
prietario della terra che coltiva. Si tratta ovviamente di quel poco di
terra che si riesce a strappare dalle aste che vedono quasi sempre
vincitori i nuovi borghesi, i vecchi nobili o i contadini arricchiti che
si trasformano in imprenditori decisamente competitivi. La piccola
azienda contadina non regge la concorrenza dei costi minori e della
maggiore produzione della grande azienda capitalista.
Alla minore produttività nella sua azienda, nei confronti dell’azienda
capitalistica, il contadino cerca di por riparo prolungando la sua
giornata lavorativa, impiegando sul suo campicello fin la forza di
lavoro dei suoi bambini […] egli riduce al minimo i suoi consumi;
cerca, addirittura, di sfuggire alla concorrenza dell’azienda capitalistica
orientando la produzione del suo campicello verso il diretto
soddisfacimento dei bisogni familiari, tornando a forme di economia
seminaturali. Ma l’usura e le imposte, la rovina dell’industria domestica
e la generalizzazione dell’economia monetaria costringono sempre di
nuovo il contadino a ritornare alla produzione per il mercato
25
.
Nonostante gli sforzi il contadino riesce, a prezzo di un immise-
rimento delle sue condizioni di vita e della possibilità di riprodurre
la propria stessa esistenza, solo a ritardare il fallimento, a evitare
l’espropriazione, ma non «a sfuggire alle leggi inesorabili del mer-
cato e della concorrenza capitalistica» che ormai regolano tutta
l’economia agraria
26
.
Sereni rileva continuamente come nell’Italia, soprattutto me-
ridionale, insistano rapporti sociali e di produzione di tipo pre-
25
Ivi, pp. 215-216.
26
Ibidem
.
1...,396,397,398,399,400,401,402,403,404,405 407,408,409,410,411,412,413,414,415,416,...500
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