Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 396

Roberto Evangelista
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quel fenomeno che Emilio Sereni chiama
sovrappopolazione artificiale
nell’agricoltura
dipende da condizioni e rapporti sociali che
impongono
,
nel vero senso della parola, l’emigrazione dei contadini e che de-
notano pesanti condizioni di disperazione e di miseria. Dice Sereni
che «lo [stesso] sviluppo dei nuovi rapporti economici e sociali
caccia
inesorabilmente questi milioni di lavoratori dal processo pro-
duttivo nazionale»
3
. Nonostante le differenze fra Italia meridionale
e Italia settentrionale, in termini di risposte da parte delle classi
contadine, la penetrazione dei rapporti capitalistici nelle campagne
e l’accentramento della terra, impedirà a molte braccia di utilizzare
tutte quelle risorse che il territorio avrebbe messo a loro disposi-
zione. L’esodo di massa, allora, non fu né segno di un
ingegno
mos-
so dall’intraprendenza o da una forte volontà di riscatto, né una
necessità dovuta a condizioni geografiche del territorio italiano.
Come spesso accade in questi contesti, le cause oggettive vengono
scambiate per soggettive e le cause soggettive vengono scambiate
per oggettive: la volontà individuale – aspetto considerato sogget-
tivo per eccellenza – risulta fortemente determinata e
costretta
da
condizioni materiali che sono il frutto dello sviluppo di rapporti
sociali che liberavano forza lavoro dai vincoli feudali, lasciando
i contadini in preda alle ipoteche; allo stesso modo, il territorio
offriva diverse opportunità di impiego per la forza lavoro liberata
dagli stretti vincoli feudali, ma il processo di accentramento delle
terre nelle mani invisibili delle banche di credito, delle industrie, di
contadini arricchiti, di professionisti, o di vecchia nobiltà converti-
ta al capitalismo agrario, non permetteva l’impiego dignitoso della
forza lavoro disponibile. Questa sovrappopolazione contadina, as-
sumeva la caratteristica di artificialità a causa di rapporti sociali e di
modelli produttivi frutto della storia della civiltà.
Non è mia intenzione parlare di emigrazione, si tratta però di
considerare il problema del mondo contadino in Italia. In questo
senso, l’emigrazione diventa esempio, indizio, di condizioni di vita
misere, di rapporti sociali violenti e di possibilità di riproduzione
della propria esistenza estremamente ristrette. La condizione dei
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Ivi, p. 358.
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