Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 393

393
Ernesto Buonaiuti
la sua opera, venisse accolta dalla repubblica delle lettere dell’inte-
ro continente
56
.
La dedica, com’è noto, cadde nelle successive edizioni del capo-
lavoro, e Vico fu costretto a difendersi, nelle
Vici Vindiciae
, dalle
accuse – mosse nel 1727 dall’
ignotus erro
57
sulle pagine degli «Acta
Eruditorum» di Lipsia –, di troppo concedere «ad ingenium poni-
ficiae Ecclesiae»
58
. Accuse, queste, che tanto più ferivano l’autore
della
Scienza nuova
quanto più colpivano il suo desiderio di parla-
re un linguaggio rischiarato dai lumi del pensiero europeo e non
chiuso nei chiostri della Roma papale: «le
Vindiciae
», ha scritto a tal
proposito Riccardo Caporali collocandone la storia nel quadro dei
procedimenti della Santa Sede contro la possibile eterodossia della
Scienza nuova
,
agirebbero contemporaneamente su due fronti. Uno aperto, pubblico
e dichiarato, contro colui che sommariamente aveva giudicato la
Scienza nuova
come un ricettacolo di inconsistenti fantasie conformi
alla “pontificia Ecclesia” […]. E uno taciuto, sotterraneo ma ben più
grave e minaccioso, contro il sospetto opposto, di aver sostanzialmente
travisato le verità e i precetti di quella medesima “pontificia Ecclesia”,
appena sotto il velo di un’adesione forzata e superficiale
59
.
56
Cfr. G. Vico,
Scienza nuova
(1725), in Id.
Opere
, a cura di A. Battistini, Milano,
Mondadori, 1990, 2 voll., vol. II, pp. 977-978.
57
G. Vico.,
Vici Vindiciae
, in
Varia. Il
De Mente Heroica
e gli scritti latini minori
,
a cura di G.G. Visconti, Napoli, Guida, 1996, p. 47.
58
Ivi, p. 43. Così rispose Vico: «Non a caso […] da quel vagabondo scono-
sciuto è stato usato il termine “ingegno”; questo termine infatti mette a nudo
la capziosità del linguaggio con cui si esprimono i protestanti quando dicono
che la Chiesa romano-cattolica si basa sull’ingegnosità delle argomentazioni e
non sulla verità del suo fondamento […]. Ma questo io lo ascrivo a mio grande
merito […]. E perché non avrei dovuto conformare il mio sistema a quello della
Chiesa che indica la verità?» (ivi, pp. 53-55).
59
R. Caporali,
Rivendicazioni e doppiezze (a proposito delle
Vici Vindiciae), in Id.,
La tenerezza e la barbarie. Studi su Vico
, Napoli, Liguori, 2006, pp. 1-28, p. 3. Su
questo argomento si rimanda in particolare agli studi di Girolamo De Miranda
(
“Nihil decisum fuit”. Il Sant’Ufficio e la Scienza nuova di Vico: un’irrealizzata edizio-
ne patavina tra l’imprimatur del 1725 e quello del 1730
, in «Bollettino del Centro di
studi vichiani», XXVIII-XXIX, 1998-1999, pp. 5-69) e Gustavo Costa (
Vico e
1...,383,384,385,386,387,388,389,390,391,392 394,395,396,397,398,399,400,401,402,403,...500
Powered by FlippingBook