Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 383

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Ernesto Buonaiuti
del Vico
inserito ne
Le origini del Risorgimento
curato nel ’38 da Ettore
Rota
29
è a sua volta valutato come una «compiuta e molto inabile
falsificazione nazionalistica del pensiero vichiano»
30
.
Più interessante, però, è il libro che Nino Tripodi – poi parla-
mentare della Repubblica Italiana nelle fila del Msi, direttore del
«Secolo d’Italia» e parlamentare europeo – dedicò nel 1941 a
Il
pensiero politico di Vico e la dottrina del fascismo
per la Scuola di mistica
fascista “Sandro Italico Mussolini”
31
: «Entrambi [positivisti e idea-
listi]», scriveva l’autore,
allontanandosi dalla nostra tradizione speculativa, ebbero comune
nel monismo il loro punto di gravità, ma non ottennero che su di
esso confluisse
la millenaria civiltà latino-mediterranea
, [...] verso quella
nuova concezione che Mussolini ha definita spiritualistica, [...] nel
senso [...] di una forza spirituale capace di dominare la materia [...]. Se
la dottrina vichiana e quella fascista credettero nella realtà obiettiva,
superarono per altro la accidentalità di essa, ne vagliarono piuttosto
(
Recensione
a
F. Orestano,
Roma nell’opera di G.B. Vico
, in «La Critica», XXXVI,
1938, pp. 212-215, p. 214).
29
E. Rota (a cura di),
Le origini del Risorgimento
, Milano, Vallardi, vol. I, 1938,
pp. 392-415.
30
B. Croce,
Bibliografia vichiana
, cit., p. 862.
31
Sulla Scuola di mistica fascista si vedano: T. Carini,
Niccolò Giani e la Scuola
di Mistica fascista, 1930-1943
, prefazione di M. Veneziani, Milano, Mursia, 2009;
A. Grandi,
Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista
, Milano,
Rizzoli, 2004; E. Gentile,
Il culto del littorio. La sacralizzazione della politica nell’Italia
fascista
, Roma-Bari, Laterza, 1993. «La glorificazione della figura di Mussolini,
come un nume vivente», ha scritto in particolare quest’ultimo nel capitolo de-
dicato a
Il «nuovo Dio d’Italia
(pp. 261-297), «divenne un aspetto predominante
nell’attività di fascistizzazione delle nuove generazioni […]. Nel 1930 sorse an-
che una scuola di “Mistica fascista”, per iniziativa di giovani universitari che
volevano dedicarsi interamente al culto di Mussolini, abbeverandosi a quella
che essi consideravano la fonte della religione fascista […]. I mistici, che ave-
vano eletto a loro maestro spirituale il fratello del duce, Arnaldo, meditavano
sugli scritti e i discorsi del duce e ispiravano la loro condotta di vita all’ideale di
una dedizione totale, fino al sacrificio della vita. Anche sposarsi e procreare era
sentito dai giovani mistici come un atto di obbedienza e di devozione al duce.
Alcuni dei principali cultori della mistica mussoliniana, come il fondatore Nic-
colò Giani, morirono in guerra dove erano andati volontari» (ivi, pp. 272-273).
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