Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 376

Geri Cerchiai
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timo numero della «Rivista di filosofia neoscolastica» di quell’anno,
contro l’interpretazione vichiana di Croce. Nel breve volgere di
dieci facciate, ma ben cogliendo il nucleo della lettura crociana,
Buonaiuti insisteva sulla necessità di studiare Vico a partire dalla
tradizione antecedente e non in forza del suo successivo, presunto,
sviluppo logico-filosofico. Scriveva Buonaiuti:
Interpretare un pensatore mediante sistemi venuti dopo di lui invece
di rintracciarne i legami spirituali con la tradizione che lo ha preceduto
e di cui si è alimentato significa cadere in un vero anacronismo di
esegesi filosofica
9
.
Entrando poi nel merito della filosofia vichiana, Buonaiuti so-
steneva che «il Vico è inintelligibile a chi non possegga una co-
noscenza diretta della gnoseologia scolastica»
10
, per concludere,
contro ogni forma d’immanentismo idealista, che
se le dichiarazioni gnoseologiche vichiane suonano talora come
affermazioni dell’assoluta immanenza del reale nel pensato, ciò non
toglie che, illuminate dalla tradizione gnoseologica scolastica, di cui
offrono una nuova forma, si rivelino per quel che sono, schiettamente
trascendentaliste
11
.
battista Vico nella mente di Benedetto Croce
, in «Rivista di filosofia neoscolastica», III,
1911, pp. 381-394. A
Il Vico e l’ortodossia
Buonaiuti rispose con la “spigolatura”
La sensibilità di Croce
(in «Religio», XII, 1936, pp. 291-294), della quale saranno
riportate alcune parole al § 4.
9
Be [E. Buonaiuti],
G.B. Vico interpretato da un idealista
, in «Rivista di filosofia
neoscolastica», III, 1911, pp. 670-680, p. 676; cfr. anche ivi, p. 671: «Come se an-
che tra i sistemi filosofici non ci fossero alberi genealogici, e ogni pensatore non
andasse studiato alla luce dei suoi antenati intellettuali, anziché a quella dei suoi
nepoti, [… Croce] si è accinto alla valutazione del Vico prescindendo dall’inse-
gnamento filosofico di cui questi si è nutrito, e non si è accorto che l’hegeliano
prendeva la mano allo storico, inducendolo a raffigurarsi un Vico coi connotati
sensibilmente deformati».
10
Ivi, p. 673.
11
Ivi, p. 678. Circa il significato qui attribuito al termine «trascendentaliste»
da Buonaiuti, si legga quanto l’autore scrive nell’articolo
Idealismo e cattolicismo
pubblicato su «Il Mondo» del 19 settembre 1922 e poi ripreso in
Voci cristiane
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