Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 377

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Ernesto Buonaiuti
Alla replica crociana, che ne
Le fonti della gnoseologia vichiana
da una
parte scriveva che per «cogliere il Vico della storia nella sua schietta
realtà mi è giocoforza passare attraverso la catarsi dei pregiudizî,
rappresentata, per me, dalla filosofia alla quale […] sono pervenu-
to»; e dall’altra affermava «il diritto di sorridere dello […] scolastico
[…] che tenti di far passare le opinioni scolastiche e le credenze
religiose sotto la bandiera della oggettività, ingenuità e spregiudica-
tezza mentale»
12
, “Be” aveva buon gioco ad ironizzare sull’equivo-
co della sua consonanza col gruppo dei neoscolastici
13
; più anco-
ra, però, egli controreplicava sul piano metodologico. Buonaiuti si
rendeva ben conto, infatti, di aver toccato «il problema dei caratteri
della ricerca storica e della sua possibile oggettività», ma ribadiva:
Tutti conoscono le opinioni del Croce in proposito [...]. Non è il caso
di discuterle qui; […] io credo [però] di non esagerare dicendo che
esse sono in ritardo di un secolo sul movimento della cultura
14
.
L’invito buonaiutiano di portare nell’esame di questo come di
qualsiasi altro problema storico una mente spoglia da «preconcet-
Roma, Libreria di cultura, 1923, pp. 297-307: «in paesi come il nostro, dove la
Riforma non ha gettato affatto radici e non ha creato alcuna tradizione, […] non
sarà possibile provocare una sostanziale elevazione di spiriti, finché, dalle nebbie
della speculazione soggettivistica, non ci si sollevi ad attingere luce e calore da
quella inalterabile eredità del trascendentalismo cristiano, di cui Roma cattolica
conserva, gelosamente, la tutela e il magistero» (pp. 306-307).
12
B. Croce,
Le fonti della gnoseologia vichiana
, ora in Id.,
Saggio sullo Hegel seguito
da altri scritti di storia della filosofia
, a cura di A. Savorelli, Edizione Nazionale delle
Opere di Benedetto Croce, Napoli, Bibliopolis, 2006, 2 voll., vol. I, pp. 235-260,
p. 259.
13
«Ora, intendiamoci – rispondeva Buonaiuti – non deploro la qualifica [di
“recensente scolastico”] per sé stessa. Se fosse anzi lecito, in una polemica, ab-
bandonarsi a considerazioni personali, io potrei mostrare quanto essa mi suoni
lusinghiera in questo momento, come io attribuisca oggi ad onore il riconosci-
mento del mio lavoro qualsiasi a lavoro di cattolico e scolastico» (Be [E. Buonaiu-
ti],
B. Croce e i presupposti della gnoseologia vichiana
, in «Rivista di filosofia neoscola-
stica», IV, 1912, pp. 618-626, pp. 620-621).
14
Ivi, p. 621.
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