Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 384

Geri Cerchiai
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il processo interiore che dalla causa porta all’effetto e dal movente al
fine, ne intesero il dualismo in cui è tutta la sua tormentata tragedia,
e da questa analisi che nessun elemento ha trascurato, né alcuno ha
distrutto,
trassero quella grande sintesi orientatrice della nostra vera cultura
sin dall’epoca della Scolastica, cioè a dire dall’inizio di una nuova filosofia
rivoluzionaria tendente a dare unità al mondo ed allo scibile umano
32
.
Il fatto «curioso», commenta la
Bibliografia vichiana
,
è che l’autore stesso, quasi per mostrare egli per primo che la cosiddetta
dottrina del fascismo non ha nulla da vedere col pensiero politico
del Vico, scrive che i fascisti, a esempio del loro «duce», non hanno
«studiato» l’autore della
Scienza nuova
«quale maestro», né lo hanno
seguito «quali discepoli»
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.
Ora, e al di là di simili giudizi, è indubbio che nel corso di un
complesso trentennio la filosofia di Vico era sempre più divenuta
uno degli innumerevoli tasselli sulla scacchiera delle polemiche po-
litico-culturali del regime. All’interno di tali polemiche, una parte
forse minoritaria, ma non per ciò meno interessante dal punto di
vista storiografico, aveva tentato di fare del filosofo, in opposizio-
ne all’interpretazione neo-idealistica, il campione di una religione
“genuinamente italiana” e, al contempo, l’antesignano di un’Euro-
pa romanizzata e fascistizzata.
Buonaiuti, dal canto suo, individuò fin da subito, come si è vi-
sto, il nodo metodologico della questione: Vico dovrebbe essere
letto piuttosto a partire dalle sue effettive ascendenze che non in
funzione della contemporaneità dell’interprete; ricordando poi nel
1936 le sue recensioni anti-crociane d’inizio secolo, egli seppe pure
inquadrare chiaramente i risvolti “politici” sottesi al dibattito:
se la mia postilla al libro del Croce sul Vico apparve con le mie iniziali,
anziché col mio nome e cognome, fu proprio per volere del Gemelli, il
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N. Tripodi,
Il pensiero politico di Vico e la dottrina del fascismo
, Padova, Cedam,
1941, pp. 28-29, corsivi miei.
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B. Croce,
Bibliografia vichiana
, cit., p. 863.
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