Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 381

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Ernesto Buonaiuti
insomma il nome “Europa” è stato con insolita frequenza tirato in
ballo, a torto e a ragione, per diritto e per rovescio. Ma se ci fermiamo
ad analizzare un po’ da vicino che cosa s’intenda per “Europa”, ci
accorgiamo subito dell’enorme confusione che regna nella mente di
coloro che […] ne parlano e scrivono con tanta foga e insistenza.
Quale sia il valore esatto del termine, rimane nascosto: e si potrebbe
proprio ripetere il “che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”
24
.
Pur nell’«enorme confusione» di coloro che di Europa parlavano
con tanta «foga e insistenza», appare abbastanza chiaro, a questo
punto, il senso, politico oltre che schiettamente filosofico, del riferi-
mento di Agostino Gemelli alla “genuina italianità” di Vico; e altret-
tanto chiaro risulta essere quanto Croce, nel 1936, scrisse ne
Il Vico
e l’ortodossia
riguardo alla «stampa cosiddetta cattolica o veramente
clericale italiana, giornali, riviste, libercoli e libroni»; commentando
difatti, fra gli altri, un articolo di Giancarlo Vigorelli apparso l’anno
precedente su «L’Avvenire d’Italia»
25
, Croce affermava:
Un altro ancora, memore certamente di quanto la Chiesa romana,
come tutti sanno, operò per il risorgimento della patria italiana col
combattere l’Austria e i vecchi governi e promuovere indipendenza
e libertà e aprire agli italiani le porte di Roma; memore del geloso
sentimento di italianità da essa sempre dimostrato col tener lungi
dall’Italia gli stranieri; intona un’alta canzone [...] celebrando il nuovo
24
Ho tratto il testo, poi caduto nelle seguenti edizioni, dalla
Prefazione
, a cura
di E. Sestan e A. Saitta, a F. Chabod,
Storia dell’idea d’Europa
, Roma-Bari, Laterza,
1993, p. 8. Così prosegue Chabod alle pp. 8-9, riferendosi appunto, oltre che
all’incontro del 1942 sopra ricordato, anche ad un convegno sull’Europa orga-
nizzato dalla Fondazione “Alessandro Volta” nel 1932: «È vero che nel 1932
(14-20 novembre) la Reale Accademia d’Italia dedicò uno dei “convegni Volta”
proprio al tema “Europa” […]. Ma i contingenti motivi politici ebbero assoluta
prevalenza sui motivi scientifici; e il convegno […] si trasformò per la più parte
in una discussione politica sul presente e sull’avvenire dell’Europa […]. Scien-
tificamente, quindi, nulla uscì da quella riunione. Più presso a noi, nel 1942,
l’Istituto Nazionale di Cultura Fascista fece discutere, prima in riunioni dei locali
“Gruppi Scientifici”, poi in un convegno nazionale a Roma, la “Idea dell’Eu-
ropa” […]. Ma anche qui la discussione fu, sostanzialmente, […] discussione
politica, con profezie e piani e vagheggiamenti per il futuro».
25
G. Vigorelli,
Interpretazioni del Vico
, in «L’Avvenire d’Italia», 16 febbraio 1935.
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