Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 374

Geri Cerchiai
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Poco prima de
I maestri della tradizione mediterranea
esce presso
Guanda, nel 1944,
La fede dei nostri padri
, a sua volta indirizzato a
mostrare come la «religiosità mediterranea, che ha culminato nel
cristianesimo», costituisca «uno [… dei] nuclei» più alti, e «proba-
bilmente il definitivo», dell’«immensa organizzazione orchestrale,
che canta a Dio i motivi eterni dell’umana speranza»
4
.
In un’«ora delicata della nostra storia spirituale»
5
, Buonaiuti sem-
bra così voler riproporre, recuperando con due differenti titoli un
tema ricorrente della propria riflessione storiografica
6
, quello che
potrebbe essere definito come il paradigma euristico di una spe-
cifica memoria dalla quale riguardare non solo il tragico passato
dell’Europa, ma anche il futuro dell’Italia post-bellica.
Muovendo dalla constatazione che l’ultimo medaglione del testo
del ’45 è dedicato alla filosofia di Vico, nelle pagine seguenti ci si
Eriugena, Sant’Anselmo, Abelardo, San Tommaso, Giambattista Vico.
4
E. Buonaiuti,
La fede dei nostri padri
, Modena, Guanda, 1944, pp. 13-14. «Tutti
i popoli», aggiunge subito appresso l’autore, «che hanno successivamente gravi-
tato verso il bacino del Mediterraneo, hanno intonato i loro motivi, che l’invisi-
bile Guida ha amalgamato in un unico coro» (ivi, p. 13).
5
E. Buonaiuti,
Introduzione
, in Id.,
I maestri della tradizione mediterranea
, cit., p. 7.
6
Per una analisi del concetto di tradizione mediterranea in Buonaiuti, si ri-
manda a L. Malusa,
Ernesto Buonaiuti e l’idealismo di Croce e Gentile
, in P. Di Gio-
vanni (a cura di),
Idealismo e anti-idealismo nella filosofia italiana del Novecento
, Milano,
Franco Angeli, 2005, pp. 173-204; cfr. in particolare il § 1, dedicato ad
Anti-
idealismo e modernismo
(pp. 173-180), e il § 3, intitolato
In che consistono la “spirituali-
tà” e la “tradizione” mediterranea
, pp. 187-194. Così, fra l’altro, Malusa riassume il
significato attribuito da Buonaiuti a questa sua categoria ermeneutica: «Ernesto
Buonaiuti espose in diverse circostanze ed in diverse opere un’interpretazione
della storia della filosofia dalla quale si evinceva il primato di un pensiero che
si era espresso nel corso dei secoli nell’ambito delle culture del Mediterraneo,
a partire dalla Grecia, fino a pervenire al Medioevo ed al Rinascimento italia-
no, per prolungarsi addirittura all’Ottocento. Il nucleo speculativo essenziale di
questa tradizione consisteva soprattutto nel realismo spirituale, e in un atteg-
giamento di sintesi filosofico-religiosa che aveva la rivelazione cristiana come
suo nucleo […]. Il pensatore romano era dell’opinione che un destino spirituale
legasse diverse manifestazioni di pensiero e di vita che si erano avute nel Medi-
terraneo […]. Cristianesimo e classicità si erano mescolati in un solo disegno. Il
cristianesimo aveva assunto una posizione di preminenza perché religione dello
spirito, dell’universalità, della salvezza» (ivi, p. 175).
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