Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 179

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Illusioni e delusioni del libero arbitrio
da quelle che di solito traiamo dall’ordinario determinismo
soft
(o
“compatibilismo”). Anche le cause formali e finali sono
cause
e
dunque, se esse producono l’azione, l’azione è un fatto fisico e non
ha alcuna peculiarità rispetto agli altri fatti della natura.
È possibile che Cudworth, come gli autori successivi che percor-
reranno lo stesso sentiero, voglia dire che il sistema da cui dipende
l’azione
non è strettamente naturale
, ma è per dir così un livello ulterio-
re che si aggiunge alla natura, quello delle “persone” o delle “entità
morali” dotate di intenzionalità e ragioni, ma allora l’elemento più
interessante della teoria – il legame strettosi tra libertà e condizio-
ne specifica dell’uomo come essere finito – viene perduto e si tor-
na al dualismo e ai problemi che si era cercato di rimuovere. Che
rapporto vi è mai tra i sistemi-persona e i sistemi corporei che li
sorreggono? Dualismo o riduzionismo? Ed è chiaro che, in questa
versione, l’olismo appare ancor più costoso, in termini di presup-
posti da ammettere, di quanto non sia il semplice indeterminismo.
Analoghe considerazioni possono farsi nel caso di un altro au-
tore che formula una concezione olistico-sistemica dell’azione
contrapponendola al molinismo, cioè Leibniz. Il caso di Leibniz è
diverso rispetto a quello di Cudworth, perché Leibniz
non
è un so-
stenitore del libero arbitrio. Egli aveva senz’altro tutto il desiderio
di difendere la responsabilità degli agenti (l’idea stessa di azione, in
ultima analisi) contro Spinoza e contro il suo determinismo radica-
le. Ma Leibniz era un luterano e i suoi primi lettori erano luterani o
magari giansenisti come Arnauld. Dunque, Leibniz è ben consape-
vole di stare cercando di percorrere una via che non ha nulla a che
fare con la libertà di indifferenza e con il suo fastidioso tentativo di
attribuire alle creature dei meriti nei confronti di Dio
27
.
Per contro, egli è veramente interessato a sostenere una forte
27
Sull’evidente venatura anti-molinistica del pensiero di Leibniz, fin dalla pro-
clamazione del “Principio di Ragion Sufficiente”, rinvio al mio F. Piro,
Spontanei-
tà e ragion sufficiente. Determinismo e filosofia dell’azione in Leibniz
, Roma, Edizioni di
Storia e letteratura, 2002. Su Leibniz critico di Molina, rinvio anche alla galleria
di saggi leibniziani di R.M. Adams, M.J. Murray, S. Greenberg, contenuta in D.
Rutherford - J.A. Cover,
Leibniz. Nature and Freedom
, Oxford-New York, Oxford
UP, 2005.
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