Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 178

Francesco Piro
178
l’uomo a Dio, ma come una possibilità
specifica
dell’uomo in quanto
essere
finito
, cioè in quanto essere limitato e la cui vita dipende da
troppi fattori esterni e da troppi dispositivi interni (fisiologici e
psicologici) cooperanti, perché possa mancare un apparato interno
che li coordini:
To conclude, God Almighty could not make such a rational creature
as this is, all whose joints, springs, and wheels of motion were
necessarily tied together, which had no self-power, no hegemonic or
ruling principle, nothing to knit and unite the multifarious parts of the
machine into one, to steer and manage the conduct of itself […] self
power, commonly called liberty of will, is no arbitrary contrivance, or
appointment of Deity, merely by will annexed to rational creatures,
but a thing which of necessity belongs to the idea or nature of an
imperfect rational being. Whereas a perfect being, essentially good and
wise, is above this freewill or self-power, it being impossible that it
should ever improve itself much less impair itself. But an imperfect
rational being, which is without this self-power, is an inept mongrel
and monstrous thing, and therefore such a thing as God could not
make. But if he would make any imperfect rational creatures, he must
of necessity endue them with an
hegemonikón
or self ruling power
26
.
L’originalità di queste idee di Cudworth è notevole. Ma esse pre-
sentano una strutturale ambiguità, che – a mio avviso – è condivisa
da tutte le posizioni che si richiamano alla “causalità dell’agente”.
Non è chiaro infatti quale sia l’esito ultimo a cui si vuole approda-
re. Se lo scopo è quello di promuovere una concezione della natu-
ra capace di ammettere sistemi complessi e dotati di meccanismi
di autoregolazione, sicuramente argomentazioni come quelle di
Cudworth sono opportune, ma non si vede perché esse dovrebbe-
ro consentirci di trarre conseguenze diverse sotto il profilo morale
26
R. Cudworth,
A Treatise on Free Will
, ed. by J. Allen, London, 1839, § 16.
Devo al dr. Luigi Della Monica la segnalazione di questo testo di Cudworth.
Per un inquadramento generale della teologia filosofica di Cudworth, mi limito
a S. Hutton,
The Cambridge Platonists
, in S. Nadler (ed.),
A Companion to Early
Modern Philosophy
, Malden-Oxford, Oxford UP, 2002, pp. 308-19. Per la sua filo-
sofia morale, cfr. L. Della Monica,
Il concetto di amore nel pensiero religioso di Ralph
Cudworth
, in «Rivista di Filosofia Neo-Scolastica», 4, 2008, pp. 505-535.
1...,168,169,170,171,172,173,174,175,176,177 179,180,181,182,183,184,185,186,187,188,...500
Powered by FlippingBook