Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 168

Francesco Piro
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per il merito o la colpa, sostengono i gesuiti. Per difenderla, essi
introducono anzi il problematico concetto di
omissio pura
. È per-
fettamente concepibile che un atto di volontà sia puramente omis-
sivo, cioè che abbia come unico contenuto intenzionale il
non fare
qualche cosa – per esempio non commettere un atto peccaminoso
–, senza alcuna volontà positiva di fare qualcosa d’altro
14
. Solo in
questi termini diviene infatti possibile stabilire la sussistenza della
libertà di scelta anche nei casi in cui il soggetto è evidentemente
privo della libertà di contrarietà, cioè non ha prevedibili motivi o
possibilità di fare nulla di diverso da
x
15
.
Ma come estendere il dominio di libertà includendovi anche la
libertà di contrarietà? È evidente che noi non possiamo scegliere
se amare o odiare un’altra persona (mentre possiamo scegliere se
compiere atti ostili nei suoi confronti oppure no). Dunque, ne ri-
sulterebbe che un soggetto morale non ha libertà di contrarietà tra
x
e
non-x
in tutti i casi in cui è fortemente motivato verso una delle
alternative. Ma resta comunque un’ulteriore possibilità e cioè che il
soggetto morale possa volere avere un’altra volontà, cioè
volere una
14
Favorevoli all’omissione pura sono soprattutto Pedro Hurtado de Mendo-
za (
Universa Philosophia
, disp. XV, sect. 7 – ed. consultata: Moguntiae, 1624, pp.
654-9), Roderigo de Arriaga (
Cursus Philosophicus
, disp. X, sect. 7 – ed. consultata:
Lugduni, 1669, pp. 912-13), Juan Martinez de Ripalda (
De Ente Supernaturali
Disputationes teologicae
, III, disput. LXX, sectio II – ed consultata: Lugduni, 1663,
p. 591), Francisco de Oviedo (
Integer Cursus Philosophicus ad unum corpus redactus
,
disp. X – ed. consultata: Lugduni, 1640, pp. 170 sgg.). Contrari alla
omissio pura
saranno invece quei gesuiti che sposano la concezione dei moventi dell’agire
come “inclinazioni” dotate di un differente peso nella decisione (cfr., p.es., M.
de Esparza Artieda,
Quaestiones de actibus humanis
, Romae, Corbelletti, 1658, qu.
XV, pp. 185 sgg.).
15
La teoria dell’omissione pura è infatti pensata per garantire la libertà di scel-
ta anche in quei casi (oggi chiamati tra i filosofi morali analitici “Frankfurt-style
cases” dal loro inventore Harry J. Frankfurt) nei quali il soggetto A non ha altra
scelta se non
fare spontaneamente B
o
essere forzato a fare B
. Per Frankfurt, il fatto che
A abbia la possibilità di
volere
fare B, pur senza poter fare altro, dimostra che la
volontà non è caratterizzata dal potere di scegliere tra alternative. Per un molini-
sta, invece, il fatto che A
vuole
fare B significa che A ha scelto di non omettere B,
mentre – per contro – se viene forzato a fare B, questo fatto non annulla la sua
precedente scelta di
omettere B
, ovvero di negare a B il proprio consenso.
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