Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 167

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Illusioni e delusioni del libero arbitrio
per Damasco. Per combattere questi sotterfugi, Suarez insiste sul
fatto che il potere di sottrarsi all’altrui volontà deve essere attuale
e attivo e perciò deve consistere in un “dominium in actionem
propriam” connotato dalla positività dell’autodeterminazione
11
. Il
mantenimento del controllo sul proprio agire diviene così l’ele-
mento caratterizzante della libertà. A fare coro a questa soluzio-
ne saranno molti teologi libero-arbitraristi, non solo tra i cattolici
filo-gesuiti ma anche tra molti protestanti: «Libertas hominis seu
animae humanae nihil aliud est quam dominium quod homo habet
in seipso», scrive l’arminiano Episcopius
12
. E ovviamente formule
analoghe saranno usate da tutto il filone di teologi morali che re-
cupera l’eredità stoica e con essa le formule di una tradizione che
aveva fondato la vita morale in termini di controllo costante del Sé
superiore sul Sé inferiore
13
.
Tuttavia, anche in quella roccaforte delle certezze sul libero ar-
bitrio che sono i trattati
de actibus humanis
dei gesuiti, resta una sot-
tile tensione tra le connotazioni meramente indeterministiche del
libero arbitrio e le valenze costruttive a cui il ricorso alla nozione
di
dominium
fa pensare. Tale tensione si incarna nella celebre di-
stinzione tra le due libertà che i gesuiti riconoscono: la libertà di
contrarietà (ovvero il potere di fare
x
oppure
non-x
) e la libertà di
contraddizione (ovvero il potere di fare
x
oppure di
non fare x
, an-
che senza poter fare null’altro). La seconda libertà è già sufficiente
11
«Sed preaetera dari in nobis nostrisque humanis actibus eam libertatis con-
ditionem, quae potestatem agendi et non agendi includit, quae a Theologis dici
solet dominium in actionem propriam, seu indifferentia in operando, quatenus
facultas sic operans non est natura sua determinata ad unum, sed potest velle
hoc aut auliud seu oppositum, et nolle seu non velle […] facultas libera est facul-
tas indifferens ad agendum et non agendum, et non est indifferens per modum
potentiae passivae: ergo oportet ut sit per modum potentiae activae» (F. Suarez,
De concursu Dei cum voluntate
, I, § 1 e 3 in Id.,
Varia Opuscula Theologica
, Moguntiae,
1612). Sulla differenza Molina-Suarez su questo punto, cfr. P. Dumont S.J.,
Li-
berté humaine et concours divin d’après Suarez
, Paris, Beauchesne, 1936, pp. 272 sgg.
12
S. Episcopius,
De libero arbitrio
, in Id.,
Opera Theologica
, Amsterdam, 1650,
pp. 198-9.
13
Cfr. J. Eymard D’Angers,
Recherches sur le Stoicisme aux XVIe et XVIIe siècles
,
ed. par L. Antoine, Hildesheim, Olms, 1976.
1...,157,158,159,160,161,162,163,164,165,166 168,169,170,171,172,173,174,175,176,177,...500
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