Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 159

159
Illusioni e delusioni del libero arbitrio
stanzialmente ottimistica, non dissimile in ultima istanza da quella
di Grozio al quale il Vico del
De constantia
deve moltissimo
3
.
Tuttavia, il testo insiste anche (e molto più fondamentalmente)
sul fatto che il pudore non nasce nell’uomo in ragione di ciò che
gli resta della perfezione adamitica, ma nasce da un dispositivo
che Dio ha predisposto per il tempo della caduta e che è inscritto
nel suo
temperamentum
, un fatto fisico, potremmo dire: istintuale.
Anzi, Vico celebra – con toni che sono evidentemente prossimi a
Malebranche – la
semplicità
delle vie con cui Dio ha operato, produ-
cendo molteplici effetti naturali a partire da un dispositivo legale
così semplice ed elementare
4
.
Nelle
Scienze nuove
, il quadro di costituzione della civiltà diverrà
più complesso e teso. Per fare uscire i bestioni dal loro stato di tor-
pore e oblio, sarà necessario il complesso dispositivo provvidenzia-
le dato dal ritorno del fulmine dopo gli anni privi di pioggia seguiti
al diluvio. Occorrerà il
terrore
perché alcuni tra i bestioni possano
arrivare a sentire il
pudore
5
.
Se questa bizzarra eziologia è indizio di
3
Notiamo cursoriamente che il
De const
.
(in particolare il capitolo V) sposa
la tesi di Grozio che i primi uomini, in ragione della loro semplicità naturale,
potevano regolare il loro
commercium
anche senza un vero e proprio diritto di
proprietà e cioè avevano possessi temporanei e non proprietà giuridicamente
sancite. Come Grozio (e come poi Rousseau), Vico anzi considera questo stato
di
communio
come il più adatto all’uomo e lo contrappone alla divisione delle pro-
prietà. Le
Scienze nuove
rimuoveranno questo scenario di idillio primitivo e pro-
porranno una genesi più aspra e conflittuale dell’ordine sociale, conformemente
al sospetto – che Vico sembra maturare tra il 1720 e il 1725 – che il quadro
dell’umanità primitiva offerto da Grozio esprima una propensione “sociniana”
a sottovalutare l’importanza del peccato originale (o addirittura a reinterpretarlo
come resoconto mitico dell’allontanamento dalla
communio
).
4
De const
., III, § 4: «At, quia Deus simplicissimis rationibus agit et regit cuncta
[…] hominem ita fabricarat ut pudore afficeretur, qui universi juris naturalis
fons est» (
De const
., III, § 15): «Atque ita Deus Optimus Maximus, per unam
naturalem et simplicissimam viam, nempe pudoris qui ex temperatura corporis
animique humani conflatur, quo primi parentis peccatum plexit, eo, inquam,
pudorem omne ius naturale continuit».
5
Il nesso tra
metus
e pudore sussiste beninteso anche nel
De Constantia Jurispru-
dentis
: «Pudor in caussa fuit ut […] excitaretur Religio, quae est Numinis metus;
et ideo metus est quia nos pudor admonet Numen laesisse» (
De const
., III, § 5],
1...,149,150,151,152,153,154,155,156,157,158 160,161,162,163,164,165,166,167,168,169,...500
Powered by FlippingBook