Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 189

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Illusioni e delusioni del libero arbitrio
costrizione interna. Infine, non si dimentichi che Spinoza, che cer-
tamente propone una critica del ritualismo religioso che va molto
aldilà di qualsiasi altro autore del tempo, mantiene l’idea di un pos-
sibile rapporto del singolo con Dio – con l’Essere, con la
Natura
naturans
, con la totalità delle cose – non mediato dalle concezioni e
dalle pratiche del volgo e direttamente basato sulle nostre capacità
intellettuali e morali, come avviene nell’
amor Dei intellectualis
. Nel
suo rigoroso comunitarismo antropologico, Vico sembra invece
escludere a priori che il singolo abbia simili risorse e che possa
pensare Dio senza le mediazioni del senso comune, del linguaggio
e della storia. Ciò rende oscuro come Vico possa conciliare questa
sua propensione ad allontanare la dimensione religiosa dall’ambito
della coscienza e a considerarla prevalentemente nell’ambito del
rituale, del cultuale e del collettivo (cioè della
religio
) con la sua
convinzione che vi è almeno un caso di
fides
che è anche vera
39
.
Tuttavia, questo è senz’altro uno dei punti in cui non si saprebbe
dire se Vico sia stato più o meno “moderno” del suo rivale.
39
Questo è un problema che non mi sembra sia stato risolto dagli studi vi-
chiani e che certamente sarebbe difficile risolvere sulla base dei documenti che
abbiamo. Tra le soluzioni proposte, quella di Paolo Cristofolini è senz’altro
estrema, ma non priva di argomenti plausibili (cfr. Id.,
Vico pagano e barbaro
, Pisa,
Ets, 2010).
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