Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 143

Il motivo della vanagloria
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delle lezioni
De l’imperio de’ Persiani
, dichiara di voler condurre la
propria trattazione sulle «antiche e le moderne carte», avvalendosi
non «di altre parole che di quelle degli storici stessi», le uniche che
dovrebbero ascoltare «gli uomini saggi», coscienti dell’importanza
irrinunciabile dell’insegnamento della storia per la vita degli uo-
mini e delle collettività
24
. Il tradizionale ideale ciceroniano della
historia magistra vitae
, che rappresenta un tratto centrale nelle le-
zioni, si coniuga, così, con il moderno ammonimento all’utilizzo
di un adeguato metodo documentario, giacché – si legge – non vi
è cosa più degna di essere ricercata della «vera et perfetta cogni-
zione dell’antiche istorie», e però, anche, insieme «non vi è cosa»
più difficile «ad investigarsi», poiché spesso appare avvolta da una
oscurità che, da un lato, appartiene alla natura stessa delle cono-
scenze umane, esposta all’inesorabile «naufragio […] dei secoli»,
dall’altro è frutto dell’indebita ingerenza di ragioni ad essa estra-
nee
25
. In questa direzione lo studio della storia diventa strumento
che permette di saldare il discorso filosofico e scientifico in quan-
to libera ricerca della verità e degli «occulti segreti della natura»
(tanto fisico-naturale quanto umana)
26
con l’ideale etico-politico
dell’educazione alle virtù civili:
Grandi sono senza niun dubbio le utilità che fa all’uomo la notizia
delle storie e ‘l racconto delle passate cose; come molti savii uomini
24
Cfr. G. Valletta,
De l’imperio de’ Persiani
, in
Lezioni dell’Accademia di Palazzo del
duca di Medinaceli
, cit., t. I, pp. 166 (Lezione I)
e 196 (Lezione II).
25
Cfr. ivi, pp. 196, 199 (
Lezione
III) e G. Lucina,
Ragionamento primo de’ principii
della filosofia e della teologia degli Assiri
, cit., p. 68.
26
Si vedano, in tal senso, le osservazioni iniziali della lezione di Agostino
Ariani: «Egli fu sempremai convenevole e proporzionata cosa al buon gusto
degli uomini dotti, Eccellentissimo Principe, che, in riandando essi l’antiche e
moderne storie di questo mondo, quelle cose principalmente col loro savio di-
scernimento si fermino a considerare nelle quali largo campo di filosofare e
d’andare spiando gli occulti segreti della natura più che in altro ritrovano. Come
quelli che, sempre mai alli più nobili e ragguardevoli studi i lor pensieri drizzan-
do, il fine dell’umano sapere nell’investigazione della verità e della natura delle
cose ragionevolmente ripongono» (A. Ariani,
Ragionamento primo intorno al mar
Caspio
, in
Lezioni dell’Accademia di Palazzo del duca di Medinaceli
, cit.
,
t. I, p. 216).
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