Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 133

Il motivo della vanagloria
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crisi dei suoi stessi presupposti epistemologici, la stagione rinno-
vatrice dell’accademia degli Investiganti
3
, ne rimanevano tracce
profonde nel senso di un ripensamento e di una rielaborazione
dei nuclei essenziali provenienti da quella precedente, cruciale
esperienza in funzione di nuove esigenze, tanto di ordine politi-
co che più marcatamente filosofico. L’affermazione della
libertas
philosophandi
, con il rifiuto di estrinseci e inaccettabili presupposti
dogmatici, aveva contribuito alla maturazione di una più acuta
consapevolezza del nesso tra impegno del pensiero e impegno
civile e, dunque, del ruolo pedagogico-politico degli intellettuali.
Sotto il profilo teorico, alla fine del secolo l’originario interesse
investigante per i fenomeni fisici e naturali si era allargato verso
l’indagine delle “cose civili”, aprendosi ad uno studio del mondo
umano cui all’uso della tradizione classica si affiancava in maniera
rilevante la lezione del cartesianesimo, in particolare per quanto
riguarda il dibattito sulle passioni e le virtù
4
. Decisivo era, inol-
to, a ricordare gli studi che, a partire dalla fine degli anni ’40, ne hanno fornito
il principale impulso: P.
Piovani,
La filosofia nuova di Vico,
a cura di F. Tessitore,
Napoli, Morano, 1990; E. Garin,
Storia della filosofia italiana,
Torino, Einaudi,
1966
;
Id.,
Dal Rinascimento all’Illuminismo. Studi e ricerche
, Pisa, Nistri-Lischi, 1970;
G. Giarrizzo
,
Vico la politica e la storia,
Napoli, Guida, 1981; N. Badaloni
,
Intro-
duzione a G.B. Vico,
Milano, Feltrinelli,
1961; S. Mastellone,
Pensiero politico e vita
culturale a Napoli nella seconda metà del Seicento
, Messina-Firenze, D’Anna, 1965.
3
Sull’accademia degli Investiganti cfr., in part., P. Piovani,
Il pensiero filosofico
meridionale tra la nuova scienza e la «Scienza nuova»
, in «Atti dell’accademia di scienze
morali e politiche», Napoli, LXX, 1959, pp. 77-109, ora in Id.,
La filosofia nuova
di Vico
, cit., pp. 11-53; B. De Giovanni,
La vita intellettuale a Napoli fra la metà del
’600 e la restaurazione del Regno
, in
Storia di Napoli
, Napoli, Società editrice Storia di
Napoli, 1970, vol. VI, t. I, pp. 401-534; M. Fisch,
L’Accademia degli Investiganti
, in
«De Homine», 27-28 (1968), pp. 17-78; M. Torrini,
L’Accademia degli Investiganti
.
Napoli 1663-1670
, in «Quaderni storici», 48 (1981), pp. 845-883; F.A. Cappelletti,
I «nuovi filosofanti» di Napoli e il diritto. Natura e società nella cultura degli «Investiganti»
(1649-1698)
, in «Materiali per una storia della cultura giuridica», XXII (1992),
pp. 301-339, e, più recentemente, il contributo di A. Montano,
La accademie pri-
vate e la libera ricerca a Napoli tra Settecento e Novecento
, Napoli, Bibliopolis, 2010,
pp. 153-203.
4
Cfr., su ciò, R. Ajello,
Cartesianismo e cultura oltremontana al tempo dell’ «Istoria
civile»
, in Id. (a cura di),
Pietro Giannone e il suo tempo
, Napoli, Jovene, 1980, vol.
1...,123,124,125,126,127,128,129,130,131,132 134,135,136,137,138,139,140,141,142,143,...500
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