Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 132

Clementina Cantillo
132
ste al pericolo di eterodossia o di eresia. In tale contesto si colloca
il fiorire di ipotesi quali la cronologia del Marsham e l’esistenza di
preadamiti da parte di Lapeyrère, o quelle formulate da intellettuali
come Gerhard J. Voss, Samuel Bochart, Daniel Huet, i quali, al di
là di un atteggiamento di difesa oltranzistica, intendevano tutelare
le verità della fede sullo stesso terreno storico-documentario che le
aveva messe in discussione, conducendo un’indagine sulle più anti-
che civiltà per rinvenirvi le tracce dell’unica verità biblica. Tuttavia,
anche un simile approccio rivelava la propria interna carica eversi-
va nella sostanziale trattazione comparata della storia sacra con le
altre storie dei popoli gentili. Rischiava, perciò, da un lato, di veni-
re messo in discussione il dogma fondamentale della separazione
tra storia sacra e storia profana e della loro incommensurabilità,
dall’altro, di insinuare l’idea di una religione naturale, comune a
tutti i popoli indipendentemente dalla sua forma particolare. Per
questo – come è stato autorevolmente notato – in generale
l’affermazione di storie
più antiche
della storia sacra poté apparire,
dall’epoca del
De civitate dei
di Agostino fino oltre l’età di Vico, come
un attacco alla verità cristiana e come un’affermazione empia
1
.
2. Si tratta di un quadro ampio e articolato, nutrito da intense
discussioni e accese polemiche, che giunge, per molti essenziali
aspetti, nella cultura meridionale sei-settecentesca, in cui motivi
propri del più generale clima europeo vengono coniugandosi con
gli elementi peculiari del dibattito culturale e politico nella Napoli
del tempo
2
. Pur conclusasi, di fronte alla reazione clericale e alla
1
Paolo Rossi,
Le sterminate antichità e nuovi saggi vichiani
, Firenze, La Nuova
Italia, 1999, p. 180, a cui si rimanda per un’analitica ricostruzione del contesto
di questi temi, con specifico riferimento al motivo della boria e della vanagloria.
Si vedano anche le osservazioni di Andrea Battistini nelle
Note
alla
Scienza nuova
del 1744, in G. Vico,
Opere
, a cura di A. Battistini, Milano, Mondadori, 1990, t.
II, pp. 1471 sgg.
2
Non è possibile, in questa sede, richiamare esaurientemente l’oramai corpo-
sa bibliografia sulla cultura meridionale sei-settecentesca. Ci si limiterà, pertan-
1...,122,123,124,125,126,127,128,129,130,131 133,134,135,136,137,138,139,140,141,142,...500
Powered by FlippingBook