Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 131

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Clementina Cantillo
Il motivo della vanagloria dei popoli e dei dotti:
un percorso del pensiero meridionale
tra Seicento e Settecento
1. Il tema della vanagloria dei popoli, reso celebre dalla trattazione
vichiana delle due borie, compare significativamente nelle lezioni
tenute alla fine del Seicento all’accademia di Medinaceli ad ope-
ra di una intellettualità impegnata nell’accidentato cammino ver-
so la modernità. Considerato nel più ampio scenario della cultura
europea, esso appare strettamente legato alla cruciale questione
delle origini del mondo e della civiltà, agendo in maniera centrale
nelle argomentazioni che oppongono i sostenitori della tradizione
e dell’ortodossia alla differenziata area dei “moderni”. Accanto e
oltre le discussioni sulla scienza, il clima culturale del tempo si era,
infatti, alimentato anche del contributo apportato da un intenso
dibattito filologico ed erudito intorno al problema della genesi del
sapere, nel quale gli
studia humanitatis
si erano arricchiti di una nuo-
va consapevolezza storica, intesa quale strumento per un’indagine
liberata da pesanti ipoteche metafisico-teologiche e restituita alla
oggettività del dato. Com’è ben noto, si tratta di un atteggiamento
non riconducibile esclusivamente al piano della semplice curiosità
erudita, né riducibile a quello di una presunta neutralità dell’indagi-
ne filologica, ma che reca in sé profonde implicazioni ideologiche
e politiche, facendosi mezzo di un più generale processo di rinno-
vamento ed emancipazione delle coscienze. Più specificatamente,
l’impulso allo studio delle origini determinato dalle notizie storiche
provenienti da popoli quali gli Egiziani, gli Assiri o i Cinesi, rende-
va non più aggirabile il confronto con il dettato biblico, spingendo
a fare i conti con la sua presunta attendibilità testimoniale. Dinanzi
alle grandi civiltà di un passato remoto, la cronologia biblica mo-
strava tutta la propria inadeguatezza, aprendo, così, la strada alla
configurazione di un quadro più vasto e complesso della nascita
delle civiltà e, con ciò, alla formulazione di teorie facilmente espo-
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