Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 139

Il motivo della vanagloria
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duti anche altri popoli, in primo luogo i persiani e gli egizi, che
hanno favoleggiato della sapienza di Zoroastro e di Trismegisto, o
i Romani, che, per celebrare il loro «fasto», attribuirono al principe
dei sapienti Greci, Solone, la paternità della Legge delle XII tavole.
A tutti questi casi – che delineano l’idea della boria delle nazioni –
«furono appiccate opere di sapienza riposta, la quale venne lungo
tempo dopo la volgare»
15
.
Per entrambi i tipi di boria si tratta di un atto di presunzione
perché attribuisce all’intelletto umano, che si fa “misura di tutte
le cose”, quella che è invece opera peculiare della provvidenza.
Presunzione che Vico restituisce efficacemente nella sua prosa
parlando, nella
Scienza nuova
del ’30, di quella «Borea» – «figliuola
dell’Ignoranza e dell’Amor proprio» - che «gonfia» gli uomini e li
induce ad una condizione quasi di follia, che pretende di vedere e
interpretare tutto a partire da se stessi, e che proprio per questo
unisce l’amore di sé all’ignoranza di ciò che va oltre il proprio li-
mitato orizzonte di comprensione
16
. La
hybris
dell’atteggiamento
borioso introduce, quindi, un elemento di falsità e di inganno nella
visione della storia, applicando ad essa categorie intellettualistiche
inadeguate e fuorvianti. Ma, rimosso il manto di raffinatezza e no-
biltà di cui le si voleva ricoprire, le origini del mondo umano si
rivelano essere «picciole, rozze e oscurissime»
17
, così che, sulla base
dei presupposti della
Scienza nuova
, è possibile porre in maniera cor-
retta il nesso costitutivo tra filosofia e filologia, tra vero e certo, di
modo che la filosofia possa offrire, come conviene alla sua natura,
«una concatenata serie di ragioni» in conformità delle quali sia pos-
sibile ritrovare «le certe origini e i non interrotti progressi di tutto
l’universo delle nazioni». In questa direzione, l’idea di un processo
storico alle cui origini si cela una elevatissima sapienza «riposta»,
appannaggio di pochi ed eletti sapienti, diventa, per Vico, il terreno
di una storia profana in cui si sono esercitate un’arroganza e una
15
Ivi, pp. 1029-1030.
16
G. Vico,
De’ principj d’una scienza nuova d’intorno alla comune natura delle nazioni
(1730), in G. Vico,
La scienza nuova. Le tre edizioni del 1725, 1730 e 1744
, cit., p. 447.
17
Scienza nuova
1744, p. 495.
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