Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 149

Il motivo della vanagloria
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progressi della poesia
, in cui si sottolinea l’importanza di un approccio
storico allo studio dei prodotti poetici, che si affidi alla forza dei
«fatti» e delle «ragioni». Ripercorrere l’«istoria poetica […], inco-
minciandoci da’ primi nascimenti suoi e tutti i progressi suoi di
accrescimenti, di colmo e di finimenti partitamente dimostrando»
appare, infatti, necessario anche per sottrarre la poesia all’opera
mistificatrice degli «sponitori di Aristotile e di Orazio», «formatori
di poetiche col pié sempre tentoni intorno a pochi precetti, e non
bastanti, e molte fiate falsi, e non poch’altre non propri e sover-
chi» e dai cui scritti non può trarsi «niun profitto»
41
. Il discorso
sulla natura della poesia è, quindi, affrontato da Patrizi attraver-
so l’organizzazione storica del materiale erudito che la concerne,
dando vita ad una storia del fenomeno poetico concreto colto, al
di là di un’astratta categorizzazione, nel suo rapporto con la storia
dell’uomo. In quest’ottica vengono fornite le testimonianze della
Genesi
e dell’
Esodo
così come quelle dei testi ermetici per sostenere
l’antichissima origine della poesia, nata, nella sua forma “misurata”
e accompagnata dagli strumenti, con il personaggio di «Giubale»
e passata, attraverso la sua discendenza, in Egitto e poi in Grecia,
dove fiorì pienamente. L’ipotesi di Patrizi poneva sostanzialmente
sullo stesso piano l’autorità dei testi sacri e quella dei testi ermetici,
aprendo così pericolosamente la strada a tesi eterodosse, successi-
vamente alimentate dal libertinismo e dallo spinozismo. Messere è
certo ben lontano dall’arditezza teorica di Patrizi, e prudentemente
evita di affrontare fino in fondo quegli esiti che fatalmente si sa-
rebbero rivelati compromettenti nei confronti dell’ortodossia. E,
tuttavia, lo schema utilizzato nella lezione accademica riproduce
l’impostazione patriziana, legando direttamente la scelta esplici-
tata di una trattazione storico-genetica del fenomeno poetico al
tema delle «sterminate antichità», dal quale, secondo il dispositi-
vo teorico evidenziato, discende la condanna nei confronti della
«vanità» dei greci. Invocando la testimonianza delle «Sacre Carte»
nella versione dei Settanta quale veritiera fonte documentaria, egli
41
F. Patrizi,
Della poetica
, a cura di D. Aguzzi Barbagli, Firenze, Istituto Nazio-
nale di Studi sul Rinascimento, 1969, t. I, pp. 7-8.
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