Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 108

Enrico Nuzzo
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Quell’assunzione può essere peraltro esaminata nel quadro di un
più esteso impegno (dispiegato appunto in ispecie a partire dal
De
constantia
) alla ricognizione ed utilizzazione di tutti i dati, e momen-
ti esplicativi, attingibili a correnti saperi della natura per spiegazio-
ni e conferme di sue tesi. «Naturali cagioni» idonee a spiegare, per
recare due esempi ben noti: come fosse stata possibile agli uomini
erranti nelle selve dopo il diluvio universale, assumere una statura
gigantesca per via della potente azione dei «nitri» o «sali nitri» sui
corpi dei loro bambini rotolati nelle loro «fecce»
65
; o perché «le lin-
gue debbon aver incominciato da voci monosillabe», e dal «canto»,
sulla base di considerazioni attinenti alle «fibbre dell’istrumento
necessario ad articolar la favella», «mollissime» nei «fanciulli», «du-
rissime» nei «primi uomini delle genti»
66
. Ebbene, va segnalato che
proprio nel
De constantia
Vico ricorreva ad un ordine di consuete
spiegazioni “fisiche” (che su questo terreno non saranno riprese,
sviluppate) per rendere conto della trasmissione ereditaria di ca-
ratteri fisiologici (come il colore della pelle) acquisiti “storicamen-
te” per via della «vis phantasiae» dei genitori (con un processo di
“naturalizzazione” del costume): caratteri dei popoli che quindi
potevano mutare agevolmente nel tempo, essendo così possibile
confermare la tesi che dalla progenie di Noè, tutta bianca e di belle,
corrette, fattezze fossero discese anche genti dalla pelle nera e dal
collo “innaturalmente” allungato, come gli etiopi verosimilmente
discesi dai Caldei o dai Fenici tramite gli Egizi
67
.
65
Cfr.
Sn44
, § 369, p. 565.
66
Ivi, §§ 231, 454, 462, pp. 518, 620, 622-623; con congruo riferimento anco-
ra ai «greci e i francesi, che passarono anzi tempo dall’età poetica alla volgare»,
nonostante il fatto che soltanto dopo che «s’andarono a fare più spedite le menti
de’ popoli ed a formarsi astrattive […] vi poterono provenir i filosofi» (ivi, §§
460-1, p. 622).
67
Si veda
De constantia
, II, XVI, [14], p. 503. «Aethiopes a primis aegyptiis,
continente sibi proximis, […] a chaldeis aut a phoenicibus per aegyptios
provenisse verisimilis est».
Infatti da una gente inizialmente di pelle bianca e di
belle fattezze («gentem albam pulchram principio») – secondo un “normale”
pregiudizio valutativo – si era pervenuti alla conformazione corporea assunta
dagli Etiopi (la conformazione allungata del collo, la carnagione nera) per via
dell’acquisizione duratura, ereditaria, di caratteristiche proprie di talune prati-
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