Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 102

Enrico Nuzzo
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In tale quadro la tesi peculiarmente vichiana del “poligenismo
culturale” associata all’irrinunciabile tesi del “monogenismo e mo-
nopropagazionismo etnico” (da Adamo, da Noè) proprio dell’or-
todosso linguaggio religioso cristiano, poteva allora trovare un ap-
propriato contenimento nel compatibile cauto ricorso a elementi
di “propagazionismo culturale” (alcuni dei quali diffusi propria-
mente dall’“Oriente sacro”), dei quali si richiameranno tra poco
altri assaggi, utili a meglio intendere l’acquisizione di particolari
“caratteri culturali” di determinate genti.
L’accenno a fondamentali ineludibili sequenze dell’umano (come
quella dal «necessario» al «commodo») ci porta poi vicino al lin-
guaggio, per così dire, “storico-strutturale”. Nel mentre, entro il
complessivo “linguaggio storico” quello tradizionalmente “stori-
co-politico” dei «fondatori» delle città, delle forme politiche, verrà
messo radicalmente in gioco dalla loro trasformazione in «caratteri
poetici», invece la sfera di eventi storici particolari (ma poi ricondu-
cibili a generi ricorrenti, quali le trasmigrazioni, le colonie, le guerre,
le conquiste) sarà chiamata a spiegare in modo rilevante lo sviamen-
to di una nazione dal seguire il «naturale corso» del suo sviluppo.
A decidere però in ultimo del configurarsi di peculiari caratteri
dei popoli, o almeno a contribuire largamente alla loro esplicazio-
ne, continueranno ad essere chiamate condizioni naturali, di carat-
tere “geografico”, “ambientali” o “climatiche”. Su ciò è opportuno
dire qualcosa attorno alla trattazione almeno di alcuni popoli (cal-
dei, egizi, fenici, etruschi, cretesi, greci, sciti, etc.) che Vico piut-
tosto sistematicamente propose in quell’enorme laboratorio della
sua meditazione costituito dal
Diritto universale
, ed in particolare dal
De constantia
. Ma prima occorre soffermarsi su di un’importante
pagina del
De uno
nella quale compare una prima organica espo-
sizione delle cause climatiche della «populorum natura» e quindi
della loro influenza sulle forme di governo.
Tale
excursus
attesta l’importanza esplicativa assegnata da Vico per
la prima volta in una qualche misura sistematica a caratteri delle na-
zioni definiti in ultimo per via “naturale”; e allo stesso tempo attesta
come l’argomento “naturale-climatico” venisse declinato assolven-
do al compito di affermare, rispetto alla mollizie asiatica, la supre-
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