Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 100

Enrico Nuzzo
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Quella tradizione sarebbe stata poi residualmente anche presen-
te almeno in parte della successiva produzione del filosofo napo-
letano, e con conferme almeno dell’assunzione di alcuni materiali
(come in ordine alla primazia dei popoli italici sui Greci in uno
sviluppo culturale debitore agli Egizi e ai Fenici), pur quando la
meditazione vichiana si sarebbe affrancata, con la drastica critica
delle «borie» delle «nazioni» e dei «dotti», anche dal razionalistico
principio “genealogico-speculativo”, che epistemicamente reggeva
quella tradizione, del quale sopra si è fatto cenno.
È questo in particolare il caso degli etruschi, riprendendo il
quale Vico avrebbe riproposto, sia pure in un contesto concettuale
ormai già radicalmente mutato, il nesso tra egizi e civiltà dell’Etru-
ria sul quale si era già diffusamente esteso nel “Proemium” del
De
antiquissima italorum sapientia
e poi nella cosiddetta
Seconda Risposta
.
Nel
Proemium
dello scritto del 1710 l’autore infatti aveva qualifi-
cato gli ioni e gli etruschi come due «doctae nationes», e segnata-
mente i secondi come una «eruditissima gens», la quale aveva pre-
ceduto i greci nei più essenziali saperi
55
. Nella cosiddetta
Seconda
Risposta
, del 1712, la precedente «forte conghiettura che in Italia
fossero lettere molto più antiche delle greche» si era trasformata
nel fermo intento dimostrativo che quei saperi provenissero dal
«grandissimo imperio» fiorente in Egitto:
perché, verisimile anzi
necessaria
cosa, egli è che gli Egizi, signoreggiando
tutto il mare interno, facilmente per le sue riviere avessero dedotto
colonie, e così portato in Toscana la loro filosofia
56
.
La priorità degli Etruschi, rispetto ai Greci, nell’avere praticato
conoscenze e arti apprese dagli Egizi e trasmesse poi ai Romani,
Tali pagine sono poi rifluite (arricchite per quanto attiene la cultura napoletana
da qualche osservazione su Aulisio, su Valletta, etc.) nel volume dello stesso
autore
L’antica sapienza italica. Cronistoria di un mito
, Bologna, il Mulino, 1998.
55
Cfr. G. Vico,
De antiquissima italorum sapientia
(d’ora in poi
De antiquissima
), in
Id.,
Opere filosofiche
(d’ora in poi
OF
), a cura di P. Cristofolini, Firenze, Sansoni,
1971, pp. 57-59.
56
Risposta di Giambattista di Vico all’articolo...
, in
OF
, p. 147 (il corsivo è mio).
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