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Tommaso Rossi
non è una, il numero si disordina, l’ordine si scompiglia, e la con-
nessione e ’l rapporto si dissolve.
L’opera ingegnosa è un sillogismo: e come il sillogismo, non s’in-
tende non accolto in una espressione di una intelligenza; così l’o-
pera ingegnosa. Il sillogismo dell’opera, per essere inteso, dee farsi
sillogismo nell’intelligenza. Per intenderlo, l’intelli /26/ genza dee
fare un sillogismo espressivo dell’opera. È adunque evidente, che
uno dee essere il principio intelligente di qualunque opera inge-
gnosa. Ed uno ancora esser dee il principio efficiente. Perciocché,
se per intendere, è necessario, che l’unità dell’opera ingegnosa, nel
principio intelligente si riceva, ed esprima; per fare, è necessario,
che quella unità dal principio efficiente proceda, e fuori s’imprima.
L’unità dell’ingegno indissolubile, quanto richiede, che un prin-
cipio intelligente l’esprima, per intenderlo; tanto richiede, che un
principio efficiente fuori l’imprima, per produrlo. Dell’opera inge-
gnosa, uno è il principio intelligente insieme, ed efficiente.
Questo rapporto, è ideale, perché è intendevole, e perché da intel-
ligenza procede: ed è vero, e reale in esse cose realmente esistente,
ed operante. Questo rapporto è il fondamento della mondana co-
stituzione. Per questo la macchina sossiste, e persiste il moto, e l’a-
zione. Tutto il numero connettendo, e conchiudendo in un sovrano
conciglio, /27/ è temperamento de’ primi corpi, e principi attivi, ed
abili, e fa, che il moto del Cielo, e delle stelle è costante; e l’incostan-
za de’ pianeti è regolata; e la Terra in sé accolta, immobile si riposa.
E l’acque, or sospinte dalla loro natura rigogliosa, or dall’universal
circompressione rispinte, fluttuano, ma non trapassano i fini; e tutti
generalmente i periodi degli altri movimenti, e delle generazioni pe-
rennano. L’unità comunichevole, penetrevole, e individua dell’inge-
gno mondano, è l’unica potentissima cagione di tante maraviglie. La
presente dimostrazione, il sovrano ingegno dell’amplissima fabbri-
ca mondana, sottragge ugualmente alla materia, e alla fortuna: onde
gli Epicurei, quanto è per questo argomento, invano, disperando di
trovare il principato delle cose nella natura materiale, rifuggono al
concorso fortunoso delle di lei particelle. Contuttociò, per abbat-
tergli colle proprie loro armi, vediamo nella vanità, e nella perversi-
tà de’ loro ragionamenti, di scoprire il grand’errore.
L’opera inge-
gnosa è un reale
sillogismo: e il
sillogismo, è uno
ideale ingegno
d’opera
L’unità dell’in-
gegno del mondo,
è la causa
della costanza
dell’essere, e
dell’operare
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