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Tommaso Rossi
ma da altro principio deono procedere. La novità del moto è som-
ma. Ogni qualunque cosa si fa, è nuova, nuovo essere ricevendo. Il
moto con continue novità si fa sempre: annullato il preterito, sem-
pre nuovo essere riceve. Per lo perenne flusso delle parti, che l’une
all’altre succedono, il moto sempre si rinova, è sempre nuovo. La
mutazione, è diciam così, novazione. Il moto, è essa mutazione, e
novazione, è essa novità. Quando un corpo si muove per intervalli;
allora, che con nuovi moti nuovamente impressi e’ si muova, niuno
/17/ può dubitare. Contuttociò niente men nuova novità è di quello,
che muovesi perpetuamente. Perciocché ivi il moto, colla quiete s’in-
terrompe, e qui colla real profonda distinzione nell’achronismo più
cospicua, si distingue, e sminuzza. Non ci è cosa più chiara, della no-
vità del moto. Niente è più manifesto di quello, che qualunque cosa
si muove, sempre si rinuova, novello essere ricevendo. Adunque è
evidente, che qualunque cosa si muove, da altro principio distinto
dee esser mossa. Che è la proposizione del Filosofo. Per queste due
firmissime ragioni da noi avvertite, quella proposizione e’ tenne per
evidente; e non già, com’altri han creduto, per l’induzione: la quale
stolta cosa era voler condurre per tutta l’immensità della natura, che
infinite maraviglie presenta al senso dell’uomo, e che il solo aspetto
de’ moti celesti, che son sempiterni, render potea dubbiosa. Giacché
il senso, onde l’induzione prende ogni sua forza, di que’ soli corpi
moventi può far fede, che da altro principio sien mossi, i quali vede
/18/ dalla quiete al moto trapassare.
L’unica opposizione, che a questo luogo ho riservata, è del moto
degli animali, che a que’ Filosofi è paruto autorevole, da interno pro-
prio principio dipendente. Dal che parve loro, che la proposizione
del Filosofo che ogni cosa che si muove, da altro principio esser dee
mossa; generalmente non fosse vera. E
si può dire che ’l moto degli
animali, sia in alcun modo autorevole; cioè che gli animali in alcun
modo da sé si muovano; perché per gli organi adattati, per l’aura
celeste che vi si aggira, e per le cieche idee nel celabro impresse,
movendosi, o riposando secondo le utilità, e bisogni della vita; e per
tutto il corso della vita durando; e ’l soccorso continuo di nuove
aure e nuovo vigore celandosi al senso nostro, può parere ed è in
alcun modo il loro moto autorevole, e indipendente. Ma in effetti
Si scioglie l’unica
opposizione degli
avversarj
Il moto degli
animali, non è
autorevole
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