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Della mente sovrana del mondo
e forma. La più vera origine delle cose, è che mente sovrana l’ogni
sapere, e volere abbia comunicato alla materia: con che la materia
con ogni moto mossa, e con ogn’ingegno abbia formata. Né, perché
il moto della materia è impenetrevole, per questo è da temere, che
del moto penetrevole mentale /10/ non possa essere produzione.
Anzi è questa una necessità, che gli atti secondarj, subordinati,
e dipendenti, non sieno tali, qua’ sono gli autorevoli, principali, e
independenti, perciocché se gli uni, e gli altri fossono ad un modo
non ci sarebbe ragione, perché l’uno fosse secondario, e prima-
rio l’altro; l’uno subordinato, e dipendente, l’altro indipendente, e
principale: e così dovendo o procedere in infinito, o girare oziosa-
mente, l’atto rimarrebbe senza principio. L’essenza mentale, per-
ché prima e principal essenza, è penetrevole: e ’l moto mentale, è
ancor esso penetrevole; perché primo e principal moto. E la natura
materiale, perché secondaria, e subordinata, è impenetrevole: e ’l
moto materiale, e impenetrevole, perché è secondario moto, e di-
pendente. Così certamente stanno le cose, per fermissimi principj
senza contradizione accettati dalle prime origini della Filosofia in-
fino a noi. Coloro a’ quali rincrescono le accurate investigazioni,
soffrano, e durino alquanto; e nella materia, e nella mente /11/ le
di loro proprietà, e le ragioni nella propria loro intelligenza ricer-
chino: che l’une, e l’altre dell’una, e de l’altra natura, tali quali le
abbiam noi descritte, sicuramente ritroveranno.
CAPO II
Seconda dimostrazione dal moto
Dalla precedente, è del tutto distinta la famosa dimostrazione di
Aristotile; quella dalla natura della materia, e questa da esso moto,
la necessità di esterno distinto principio movente dimostrando. E
questa, che infino sublimi spiriti del Peripato, d’infermezza non han
dubitato di accusare, e le recenti scuole comunemente dispregiano;
vegniamo ora noi a dimostrare, che ella delle più ferme, e più certe,
e pregevoli sia da riputare. E due chiarissime, e saldissime ragioni ne
Gli atti secon-
darj e dipendenti
non sono tali,
quali sono gli
autorevoli e prin-
cipali.
Si dimostra
la fermezza
dell’aristotelico
argomento
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