89
Della mente sovrana del mondo
niun mezzo: perciocché la mutua espulsione delle parti, ogni pro-
duzione interna, o influenza da loro in tutto espelle. È adunque
evidente, che qualunque parte della materia muovesi; è da altra
parte espulsa, che è l’antitipia dell’operare: siccome è evidente, che
qualunque parte della materia vi è, è d’altra parte esclusa, che è
l’antitipia dell’essere. Or qual’è, se non è questa la prima propo-
sizione del Filosofo, che come falsa rigettano e ne dispreggiano
l’argomento? Alla quale giunta l’altra pur certa, ed evidente, che
nella serie de’ principi moventi non si può procedere in infinito,
né si può in giro andare, perché l’infinito della materia è impos-
sibile e ’l circolo è ozioso, e infruttuoso: e inoltre né in infinito
procedendo, né oziosamente girando, primo principio movente si
può ritrovare; e pertanto nell’uno, e nell’altro modo, il moto sen-
za principio primo /15/ si rimarrebbe; segue immantinente, che
fuori della materia vi debba essere un principio primo, che esso se
medesimo movendo, mosso abbia, e muova la materia: e questa è
dessa l’aristotelica dimostrazione. Qui ancora sol l’idee, e le corri-
spondenti realità sonosi esplicate, ed ordinate: onde è per certo da
meravigliare, che Filosofi di gran nome le abbian potuto preterire,
per travedere la robustezza, e lucidezza di questa dimostrazione.
L’unica loro levissima opposizione, dopo che l’altra impromessa
ragione avrem dichiarata, nel fine disciorremo.
L’altra ragione, è la novità del moto della materia. La materia
nell’essere, poiché già è; ed essendo con positiva realità permanen-
te, il nulla ha superato, può parere antica, e ch’ella da sé sia, e può
alcuno ingannare: non così nel muovere. Perciocché il moto è sem-
pre nuovo. La materia, nel muoversi sempre con nuovo moto, è nel
muovere novella. Ecco, adunque, come per altra via si conferma
l’Aristotelico argomento.
/16/ Quel ch’è nuovo, che nuovamente è, sicuramente non può
da se essere: ma da distinto estrinseco principio dee all’essere per-
venire; per non dover provenire dal nulla. Per contrario quel che è
da sé, non è nuovo, ma antico. L’
auè
θεντία de’ Greci, che io appello
autorità, ella è indivisibile. Non può, in niun tempo, né cominciare,
né finire. È adunque cosa certa che quelle cose, che nuove sono, che
nuovamente vegnono ad essere, non ponno essere da se medesime;
Il moto è sempre
nuovo
1...,79,80,81,82,83,84,85,86,87,88 90,91,92,93,94,95,96,97,98,99,...230