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Tommaso Rossi
vimento principio: e pertanto è evidente, che la materia da distinto
immaterial principio esser dee mossa. Né solo per argomento si
conchiude ch’il principio movente del mondo, esser dee immate-
riale, penetrabile, e intelligente; ma dirittamente l’essere intelligen-
te, siccome nella sua idea, o concetto implica la penetrabilità, il che
nel libro del­l’Immortalità, e nella terza parte del presente, abbiam
dimostrato: così include ancora la potenza a qualunque operare, ed
a muovere specialmente.
La potenza di operare verso di sé, e di sé muovere, vedesi distinta,
ed espressa nel sapere, e nel volere mentale. La mente col sapere, e
volere, ella sé medesima, e l’altre cose intende, /8/ e vuole: e inten-
dendo, e volendo sé medesima, e l’altre cose agge, regge, e muove.
La penetrazione, la cognizione e ’l volere, sono il vero, e proprio, e
perfetto moto mentale. L’azione, e ’l moto sono una cosa medesima.
Non ci può essere, né si può pensare né moto senza niun’azione,
né azione niuna senza moto. L’azione del sapere, e volere, è la più
sublime, e più pregevole per tutta la natura. Il moto del sapere, e
volere, è il moto più virtuoso, e più perfetto. È un moto alla natura
penetrevole confacente, senza estensione, e senza successioni di luo-
ghi, e tempi. E’ moto penetrevole, è il moto autorevole, e principale.
Il moto materiale alla natura materiale adattato, è moto impenetre-
vole, e sdruccevole fugace caduco, con distinzione, e successione di
luoghi, e di tempi, è il moto subordinato e dipendente. La mente col
volere suscita, e regge il moto della materia. Al volere mentale segue
il muovere materiale: il volere è il moto della mente e ’l moto, è il
volere della materia. Il volere col sapere, /9/ è il moto verso di sé,
con che la mente intende, vuole, agge, regge, e muove se medesima:
e questo è il moto autorevole, e principale, onde il moto secondario,
e dipendente procede della materia. Generalmente la potestà di ope-
rare verso di sé, ella è ancora potestà di operare verso l’altre cose. Di
quel vulgatissimo principio, del dare ad altri ciocché si ha; e ciocché
non si ha, di non potere ad altri dare, questa è la verace interpretazio-
ne. L’avere, e il potere verso di sé è il dare, e ’l potere verso dell’altre
cose. La mente col moto del sapere, e volere, alla sua eccellente natu-
ra adattato, imprime nella materia un moto alla materia confacente.
La mente, il sapere, e volere comunica alla materia, e sì la muove,
Il moto del sape-
re e del volere è
il più pregevole
moto
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