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Tommaso Rossi
quante deono essere, né più né meno. E sì sono elle moderate, e
formate, e di tali, e tante attività, e abilità fornite; che con mira-
bil consenso cospirano, e convengono alla costituzione, e conser-
vazione dell’universo. Similmente co’ primi, e universali moti de’
primi corpi universali, i moti secondarj, minori, e particolari, de’
particolari corpi pure a maraviglia insieme concordano; questi il
moto di quelli secondando, e quelli a questi nuovo sempre vigore
somministrando. Così il numero si raccoglie, e aduna: le attività, e
le abilità si adattano, e combaciano: così le contrarietà de’ contrarj
principj si mitigano, e temperano; ché ’l numero è uno, una è la vir-
tù, uno il supremo principio operante, una è l’opera con inflessibil
costanza, con immensa pienezza, con infinite varietà, con magnifi-
cenza, vaghezza, splendore, frutto, e dilettamento. In fine all’idea,
ed ingegno di tutta l’opera deesi pure con ispezieltà aggiugnere la
varietà, e la copia dell’idee, e degl’ingegni /22/ seminali di tante
spezie di cose, quante la storia per tanti secoli non ha potuto anco-
ra tutte accorre, e raccomandare alle lettere. Da questo maravigliso
spettacolo a gli occhi di tutti esposto, nasce la comune persuasione
dell’autorità, e principato divino per più ragioni. Prima, perché con
naturali lumi, e dettami ognuno intende, che siccome ogni effet-
to alla sua causa si dee riportare, così ideale e ingegnoso lavoro
ad ideale ed ingegnoso principio si dee riferire. Secondo perché il
senso dell’uomo, nel senso, e coscienza del suo proprio ingegno,
anticipatamente sente, e apprende la necessaria relazione, e dipen-
denza di opera ingegnosa, da ingegnoso principio. Finalmente, il
sovrano ingegno, e magistero dell’amplissima opera mondana, con
tanta costanza, ed ordine, ed armonia, e con tanta ubertà, varietà,
luce, bellezza, utilità, e voluttà, quanta più non può essere, forte-
mente ferisce il senso dell’uomo e ’l convince, e al primo aspetto
persuade, se essere lavoro di sovrana sapienza.
Queste sono le /23/ cagioni, per le quali ogni nazione di uomini,
ed ogni uomo di ogni nazione, nel primo chiarore dell’intelligenza,
con natural ragionevole produzione, senza sforzo e senza camino
d’argomenti, tosto riconosce, che sovrano principio intelligente ha
il mondo prodotto, e ordinato, e formato. Mentiscono coloro, che
dicono, che paralogismi di animi paurosi, e inganni d’ingegni ma-
Ogni effetto, alla
sua causa si dee
riportare
Vera cagione del
consenso comune
di tutti gli uo-
mini, nell’essere
divino
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