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Della mente sovrana del mondo
Non ci è cosa più alla comunicazione e penetrazione contraria, e
così alla produzione, e all’influenza, della reale onnimoda distin-
zione. Siccome la nullità, è all’essere ripugnante, così alla comuni-
cazione, e a tutte l’altre mentovate ragioni, ripugna la distinzione.
La distinzione, ove distingue, ivi annulla l’essere: la distinzione è il
nulla di ogni comunicazione, e penetrazione, e di ogni produzio-
ne o influenza di essere. È adunque evidente, che la materia non
può con seco medesima comunicare, né se medesima penetrare, né
niuna interna produzione o influenza verso di sé avere: e pertanto
è evidente, che ella non può muovere se medesima, non può ella
del suo movimento essere principio.
L’autorità, e ’l principato del suo proprio operare, è quella me-
ravigliosa conversione, o riflessione della sostanza a sé medesima,
per cui la sostanza autorevole, e principale con sé medesima inse-
parabilmente si ricongiunge, e da sé procedendo e in sé ritornan-
do, /6/ ella è del suo operare principio, e fine. Dal che si vede,
che l’autorità e ’l principato dell’operare, è il più alto grado della
più perfetta comunicazione, e penetrazione: e similmente la più
nobile maniera di produzione è somma, e sovrana comunicazio-
ne, e penetrazione, che non più alla del tutto scomunichevole e
impenetrevole sostanza della materia può convenire di quello che
alle tenebre la luce, alla morte la vita, ed all’essere il nulla convenir
possa. Il voler la materia con autorità, e principato di operare, è
volere accozzare insieme due estremi rigidi contradittorj, cioè dire,
somma comunicazione, e penetrazione di essere; e somma scomu-
nicazione, e impenetrabilità.
L’essere della materia, che io ho minutamente descritto, è alla
vista di ognuno esposto. Le ragioni, che io ne ho esplicate della di-
stinzione, sco­municazione, e dell’altre, sono tutte manifestamente
in quell’essere implicate: e in quelle pur manifestamente si ravvisa
l’impotenza della materia al moto: anzi elle sono essa impotenza
al moto, /7/ sono la totale impotenza della materia al muovere, e
ad ogni qualunque operare. Io non ho fatto altro, che notar quello
che ognuno può osservare, che nel primo aspetto della material
natura ci si presenta. È adunque cosa evidente, che la materia non
può muovere se medesima: e che non può ella essere del suo mo-
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