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Della mente sovrana del mondo
quanta veggiamo il sole cogli occhi della fronte. Rimane ora, che
prevegniamo le accuse di temerità, e d’arroganza, che altrimente
ci verrian fatte contra, perché contro a’ dettami, com’e’ pare, del
famoso signor Loke, abbiamo impreso a dimostrare le idee innate.
Diciamo adunque, che noi abbiam riverita e seguita l’autorità degli
antichi Filosofi greci e latini, co’ quali tutti gli altri ancora de’ se-
coli più recenti infino al Loke, concordemente, che nell’uomo vi
sien quelle Idee, come una verità manifesta hanno insegnato, e da
quelle lezzioni, e non altronde abbiam ricolti gli argomenti. Sicché
non l’opinion nostra, né i nostri proprj sentimenti, all’opinione ed
a’ sentimenti di quel lodatissimo Scrittore abbiamo antiposti, che
sarebbe per certo una intolerabile insolenza; ma più l’autorità e
ragionamenti di tutti gli antichi, e di tutti i recenti, dalla forza degli
argomenti siamo stati costretti a seguire. Ma questa difesa, a mio
giudizio, non è necessaria: perciocché il Signor Loke non ha del
tutto quelle idee negate assolutamente, ma tali quali alcuni Autori
le han volute, cioè da Dio negli animi, che da sé per loro natura
non avrebbono, a bella posta impresse, vive, espresse rilucenti, che
vi siano; questo è che il Signor Loke ha stimato e dimostrato essere
d’ingegni troppo creduli un solenne pregiudizio. E noi, tali quali
esser deono, alla variabil natura dell’uomo convegnenti, le con-
cediamo: cioè della natura ragionevole naturali produzzioni, non
vivaci, espresse, rilucenti, ma languidette ed alquanto oppresse ed
oscure; le quali poi di mano in mano col variare degli anni, si ravvi-
vino, esprimano, ed illustrino. Comunque sia, né l’idea di Dio – che
nel Cielo dell’intelligenza dell’Uomo è tra l’altre più maggiore e più
luminosa – né la dimostrazion del Cartesio – che sempre illustre
da più celebri Autori è stata riputata – dovevamo noi, per l’opinion
di coloro che il parlare del Loke non intendon bene, lasciar cadere
dal loro antico pregio, che se quel nobile Scrittore, come all’idea
della felicità l’innascimento ha conceduto così fatto avesse della
idea di Dio, non picciola parte della presente fatica ci avrebbe ri-
sparmiata. Finalmente è uopo avvertire, che di que’ valentuomini,
che in gran numero contro allo Spinosa hanno scritto, niun affatto
è stato da noi veduto; che viviamo in luogo dove povere bibliote-
che simiglianti opere non sogliono somministrare. Il perché, se la
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