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Della mente sovrana del mondo
empj scampo per non essere costretti ad accettare, prima, che l’in-
gegno dell’uomo è uno e che è un’essere reale sostanziale e sostan-
za; e che l’ingegno propriamente è per suo proprio essere; e che i
modi e le operazioni dell’ingegno moderano l’ingegno, e da quello
provengono, e da quello e in quello sono; e che altro che l’essere
dell’ingegno, onde sono e dove sono, non hanno. Ciò stante, poi-
ché i modi e /42/ le operazioni dell’ingegno sono comunichevoli,
penetrevoli, lucide intelligenze, e poiché cotali modi ed operazio-
ni sono i modi più attuosi, virtuosi, pregevoli, che vi abbia nella
natura; da tutto ciò segue immantinente che l’ingegno dell’uomo
non è un essere modale ma sostanziale, non è modo ma sostanza;
ed è una sostanza comunichevole, penetrevole, lucida, intelligen-
te, la più pregevole e la più vigorosa e virtuosa, di quante altre la
natura ne accoglie; e pertanto non è combinazione né fortunosa,
né ragionevole della materia, ma è di Mente sovrana immediata
immateriale certissima produzione.
Il pensamento degli epicurei è che la mente, e l’ingegno dell’uo-
mo, sia un ammasso e combinazione di una materia più fina e più
agevole, dove, ricevendosi le forme o idee trasmesse di tempo in
tempo dalla materia circostante, ne risulti un intreccio e un con-
certo d’idee lucide, penetre­voli ed espressive, il quale intreccio,
e concerto, sia l’ingegno, la ragione e la /43/ mente dell’uomo.
Ma qualunque sia cotesta porzion di materia, non è ella cieca? E,
qualunque sia l’ammasso o combinazione, non è egli un modo
della materia cieca? E le impressioni ed espressioni ideali, non
sono elle ancora modi della materia combinata o ammassata?
Così è cer­tamente, e così essere affermar deono ed affermano gli
epicurei. Adunque, a giudizio di questi filosofi, i modi son lucidi,
penetrevoli, espressivi o rappresentativi, e lucido ancora e pene-
trevole ed espressivo è il modo della combinazione; e la sostanza
della materia dee essere tenebrosa e cieca e bruta. E pertanto il
principio e ’l subbietto non sarà quello che sono le operazioni e
i modi; e le operazioni e i modi saranno quello che non è il loro
subbietto e principio, che gli sostene e produce. Ed avranno un
proprio loro essere distinto dall’essere subbiettivo e principale.
Anzi, il subbietto e principio, non avrà niun essere, non aven-
Altre contrad-
dizioni degli
Epicurei
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