La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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cedimento di Toland è notevole e si può definire un procedimento
spinoziano, dando alle considerazioni del filosofo inglese il carattere
di una emendazione dello spinozismo, piuttosto che di un vero e
proprio rifiuto. Per comprendere la particolarità dei corpi, bisogna
partire dall’idea di infinito. Per comprendere i
modi
, bisogna prima
definire la
sostanza
e soprattutto, affermarne precisamente la pre-
cedenza sulle sue affezioni, come dice Spinoza all’inizio della sua
Etica
52
. In questo modo, se si pensa lo spazio prima dei corpi, si
comprende che la distinzione e l’individuazione dei corpi non sia
altro che un accidente dell’infinità della materia, che è – come, anzi
più della sostanza spinoziana – onnipresente.
Forse si tratta di un caso, ma la proposizione I dell’
Etica
, che di-
mostra l’antecedenza della sostanza sulle proprie affezioni, viene del
tutto omessa da Tommaso Rossi, che comincia il suo esame delle
proposizioni dalla seconda, cambiandone il numero. In ogni caso,
il procedimento di Toland non è quello dell’autore della
Disamina
,
il quale non può certo essere sospettato di spinozismo mascherato.
Toland ammette l’esistenza reale della divisione e dell’individuazio-
ne, ma questa separazione della materia è un
non essere
, è la causa della
sua inerzia. Inoltre, Rossi – a differenza del collega inglese – separa
drasticamente il finito dall’infinito, togliendo al primo la possibilità
di avere un ruolo nella scienza e nella conoscenza, oltre che nella
generazione. Toland abbassa la corporeità singolare a una modifica-
zione della materia infinita eppure, proprio in virtù della continuità
fra particolarità e infinità, il corpo singolare gioca un ruolo centrale
nella conoscenza umana. La materia infinita è
virtù
del corpo singo-
lare, e dunque il corpo singolare è
virtualmente
infinito. In questo sen-
so, la scienza parte dalla particolarità. L’infinità della materia, infatti,
si esprime nelle differenze tra i corpi dovute alla quantità di materia
in essi contenuta e alle strutture e modificazioni interne che costi-
tuiscono le forme e le specie diverse della materia
53
. Per quanto ri-
guarda Rossi, invece, il discorso è diverso: tra finito e infinito c’è una
differenza radicale: il particolare, proprio della materia, può essere
52
B. Spinoza,
Etica
, cit., I, 1, p. 25.
53
Cfr. J. Toland,
Lettere a Serena
, cit., V, p. 318.
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