Roberto Evangelista
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di infinità non è altro che
indeterminazione
, ovvero la possibilità di
aggiungere numeri e porzioni di materia all’infinito. L’estensione e
il numero sono da considerarsi infiniti «in quanto nel moltiplicare
e nell’estendere non si può ad alcun fine aggiungere oltre al quale
non possano sempre maggiori divenire»
63
. Il vero infinito, infatti è
quello
certo e determinato
, con principio e fine
compiuto e perfetto
. Per
certezza e determinazione Rossi non intende quella «che restringe
e limita e particolareggia le cose», ma quella attraverso cui «le cose
con presente realità sono tutto ciò che esser deono, ed hanno tutto
ciò che deono avere»
64
. La certezza e la determinazione sono da
considerarsi come quella pienezza di forme della mente che tutto
penetra e comprende e che ha quel «primato dell’origine»
65
che
la materia non può avere, al contrario di come affermava Toland
che invece proprio nella materia cercava il principio generatore.
La materia non può creare né crearsi e il suo infinito è solo una
indeterminatezza, un infinito ideale ma non reale. Il principio e il
fine del numero e dell’estensione sono
estrinseci
e hanno la funzione
di accertarli, determinarli e donargli perfezione. L’estrinsecità del
principio e del fine significa la finitezza della materia, infatti – spie-
ga Rossi – l’infinito ha principio e fine intrinseco e non estrinseco,
altrimenti sarebbe delimitato da un altro infinito. Così, la materia
non è infinita perché – in quanto incerta e indeterminata – non
può avere principio e fine in sé. Spinoza, allora, pensando la mate-
ria come realmente infinita, pensa un Dio materiale.
Quello che né Toland né Rossi comprendono fino in fondo è
che la natura della sostanza in Spinoza non è né mentale né mate-
63
Ivi
, p. 352 (141).
64
Ivi
, p. 353 (143).
65
Cfr.
ivi
, III, 2, 2, pp. 367-368 (182-183). «Lo Spinosa si arresta nel solo con-
cetto essenziale, e dal primato e indipendenza essenziale della costituzione vuole
inferire il primato e l’indipendenza dell’origine. La materia è ella certamente una
natura o essenza, ed ha, qual può avere, il suo proprio concetto; ma in niuna
delle sue ragioni costitutive, né, oltra istigando ed osservando, in niuna parte
dell’intera scienza nulla si ritruova che necessità, universalità, infinità, primato
e indipendenza implichi in niun modo. Anzi, per l’ampiezza di tutta la scienza
discorrendo, si scerne finita, particolare, impotente ad operare ed impotente ad
essere; e in questi difetti dimostra la necessità di superior principio immateriale,
che l’abbia mossa, ordinata e prodotta».
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