La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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della natura e Rossi vede nella natura la materialità che da sola non
potrebbe comunicare o esprimere nessuna forma. L’ordine naturale
è così coerente e costante, che gli atei si accontentano di questa
su-
perficie
e eleggono la natura a Dio: «il Dio degli atei è la natura», dice
Rossi e ribadisce che l’ordine naturale è significazione della realtà
dell’ordine mentale divino
59
. Con altre parole, e con argomentazioni
più inserite nel discorso spinoziano, il filosofo sannita critica il con-
cetto di infinità relativo all’estensione, o meglio alla materia.
Estensione e materia in Rossi sono la stessa cosa, e dunque l’a-
bate di Montefusco senza soffermarsi troppo sulla questione di-
mostra che Spinoza intende il corpo ovvero la materia come so-
stanza infinita. Nella parte di
Della mente sovrana del mondo
esplicita-
mente dedicata all’esame del sistema di Spinoza, Rossi considera
la seconda definizione dell’
Etica
60
. L’abate accetta l’affermazione
per cui il corpo finito è quello che può essere determinato da un
altro corpo e del quale si può concepire un altro corpo maggio-
re. Il problema, però, è quando Spinoza afferma che né il corpo
dal pensiero, né il pensiero dal corpo può essere delimitato. In
questo modo, secondo il filosofo sannita, Spinoza sta cercando
di affermare che la materia «non nel suo genere solamente, ma
sibbene in ogni genere è, come dicono, assolutamente infinita»
61
.
Scrive Rossi che «la cogitazione in un modo e la materia in un altro
all’uomo presenti direttamente si dimostrano». La materia, infatti,
oltrepassa il senso dell’uomo, mentre il pensiero si dimostra finito,
perché (Rossi non lo afferma esplicitamente) le idee sono più facil-
mente delimitabili nella coscienza dell’uomo, rispetto alla materia
che al senso si presenta infinita
62
. Ma bisogna intendersi sui diversi
sensi dell’infinità che invece, per Spinoza, è un concetto univoco.
Quello che nella materia e nel numero viene preso come segno
59
Cfr. Id.,
Della mente sovrana del mondo
, cit., II, 7, p. 340 (110-113).
60
Cfr. B. Spinoza,
Etica
, cit., I, def. 2, p. 23: «Si dice finita nel suo genere quella
cosa che può essere delimitata da un’altra della medesima natura. Un corpo, per
esempio, si dice finito, perché ne concepiamo sempre un altro maggiore. Del
pari, un pensiero è delimitato da altro pensiero. Ma un corpo non è delimitato
da un pensiero, né un pensiero da un corpo».
61
T. Rossi,
Della mente sovrana del mondo
, cit., III, 1, 3, p. 351 (137-138).
62
Ivi
, p. 351 (138).
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