Roberto Evangelista
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centrale nella definizione del corpo, né tanto meno della mente
68
. Se
il corpo non è altro che un insieme di
corpora simplicissima
, la mente
non è altro che un’insieme di idee, e l’oggetto dell’idea costitutiva
della mente umana, ovvero «ciò che in primo luogo costituisce l’es-
sere attuale della mente umana» è il corpo
69
. L’idea del corpo non è
infinita, ma esistente in atto; l’infinità e la perfezione sono da cerca-
re in una causa, se vogliamo,
remota
dell’essere umano oppure è un
percorso che si costruisce faticosamente. «All’essenza dell’uomo»,
infatti, «non appartiene l’essere della sostanza, ossia la sostanza non
costituisce la forma dell’uomo»
70
, eppure la causa dei modi è Dio,
che è sia cosa pensante che cosa estesa
71
, dotata di infiniti attributi
non percepibili dall’uomo. I modi degli attributi, dunque, hanno
come causa Dio solo in quanto considerato in base all’attributo di
cui sono modi
72
. Il rapporto mente-corpo in Spinoza è molto più
stretto di quanto sia Toland sia Rossi riescano a pensare, e deter-
mina la dinamica delle singolarità. I modi si costituiscono in questo
rapporto, non in quanto congiunzione di due nature differenti, ma
proprio in virtù della comunicazione di questi attributi che per-
mette di sentire ogni affezione del corpo sotto forma di una idea,
e di produrre idee che abbiano sempre un riverbero nel corpo. È
su questo presupposto che Spinoza costruisce la sua teoria degli
affetti, ovvero la sua via verso l’antropologia, la politica e verso la
conoscenza stessa di Dio. Non è escluso che, come Rossi afferma
perentoriamente, il Dio degli atei sia proprio la natura, ma la natura
può essere concepita in molti modi, sotto diversi attributi e non
68
Un corpo, infatti, è in quiete o in movimento, secondo Spinoza, come si
vede da
Etica
, II, ass. 1 dopo la prop. 13. In generale, la capacità di azione di un
corpo non dipende solo dal movimento, ma da un rapporto tra quiete e moto
delle parti di cui è composto un corpo / individuo. Toland non ammette la
possibilità della quiete, e dà solo al moto la facoltà di determinare l’azione e la
varietà della materia. Se un corpo è in quiete, argomenta Toland, può rimanere
in quiete perpetua a meno che non intervenga una forza esterna, che – retroce-
dendo all’infinito – non può essere altro che il primo motore immobile. Biso-
gna, al contrario, ammettere un movimento insito nella materia
ab origine
. Cfr. J.
Toland,
Lettere a Serena
, cit., IV, pp. 289-290.
69
Cfr. B. Spinoza,
Etica
, cit., II, propp. 11 e 13.
70
Ivi
, II, prop. 10, p. 87.
71
Ivi
, II, propp. 1 e 2, p. 79.
72
Cfr.
ivi
, II, prop. 6.
1...,40,41,42,43,44,45,46,47,48,49 51,52,53,54,55,56,57,58,59,60,...230