La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
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non fosse inestensa, indistinta, immobile ed invariabile, non avrebbe
ella né potere, né ingegno di forme, né potrebbe aver virtù, né modo
d’informar la materia. La leggerezza ed incostanza e variabilità, ella è
dessa abilità della materia ad esser formata o informata. La fermezza
e costanza ed immobilità, ella è dessa virtù della mente a formare o
informar la materia
54
.
La materia è
estensa
,
impenetrabile
,
divisibile
e
variabile
; queste caratterisi-
tiche le permettono di ricevere le forme, perché nella materia non c’è
opposizione alla penetrazione della mente. Queste forme sono «reali
operanti in atto», ovvero esistono negli oggetti che si propongono
alla nostra conoscenza e che dunque rimandano non all’infinità della
materia – come afferma Toland – ma alla forma e al principio crea-
tore della mente; inoltre sono anche «ideali significanti nell’uomo»,
ovvero producono idee che sono modelli di queste forme. La cono-
scenza dell’uomo sembra così garantita proprio attraverso la materia.
Ma Rossi distingue subito tra una materia che si trova disponibile ad
accettare e a ricevere le forme e una che non si presenta
leggera
,
inco-
stante
e
variabile
quanto basta da ricevere e riflettere le forme. In questo
senso, la materia è ancora la condizione dell’errore, perché in quanto
«impotente ed infruttuosa» può non pervenire a quelle condizioni che
la dispongono in massimo grado alla
informazione
: il
contatto
che raduna
le parti e il
consenso
che unisce i movimenti.
La materia, quando ha le parti congiunte in un sol corpo, e i moti
cospiranti in un sol moto, allora è ella nel colmo dell’essere variabile e
pieghevole e ossequioso. La materia pria sminuzzata e raffinata, colle
parti insieme accolte, e co’ moti tutti in uno convegnenti, ha la maggiore
squisitezza dell’essere passibile, o paziente, che è, o a rassomigliar l’idee
mentali modali o a congiungersi con idea sostanziale, la più vicina e più
pronta disposizione
55
.
La materia, dunque, si può avvicinare alla mente non appena tro-
va la sua forma migliore, ovvero quella più disposta alla
pazienza
.
Questo è uno dei presupposti fondamentali dell’antropologia ros-
54
T. Rossi,
Dell’animo dell’uomo
, cit., p. 226 (95-96).
55
Ivi,
p. 226 (97).
1...,35,36,37,38,39,40,41,42,43,44 46,47,48,49,50,51,52,53,54,55,...230