La filosofia di Tommaso Rossi fra scienza e antropologia
53
ni aspetti del cartesianesimo per affrontare il nodo della sostanza
da un punto di vista ontologico ed epistemologico. Sebbene anche
in questo ambito non manchino motivi espressamente platonici, è
nella riflessione sulla natura umana che l’idea del congiungimento
tra mente e materia risuona come un forte debito nei confronti
della ricezione rinascimentale del filosofo greco. Eppure, questo
debito si presenta in un contesto nuovo, o per meglio dire si confi-
gura come ben inserito in un contesto filosofico vivace e in grande
trasformazione. L’uomo di Rossi non è solo un microcosmo, ma è
un vero e proprio
riproduttore
di forme; si lambisce la connessione
tra vero e fatto nella mente (ingegno) dell’uomo e si esclude com-
pletamente il discorso delle passioni e degli affetti. L’antropologia
dell’autore della
Disamina dello Spinosa
è un’antropologia anti-spi-
noziana, che cerca di togliere peso alla singolarità dell’esperienza
umana e delle modificazioni affettive che questa esperienza com-
porta passando attraverso il corpo, per mettere al centro la pro-
duzione umana, attraverso le idee delle forme divine nelle quali
si trovano unite epistemologia e ontologia. Definire questi ambiti
di riflessione come ambiti vichiani, non vuol dire certamente af-
fermare un vichismo di Rossi, che fungerebbe da corollario del
suo anti-spinozismo. Se si cedesse a questa schematizzazione, si
commetterebbe innanzitutto un errore storico
78
, oltreché interpre-
tativo. Se anche esistesse un collegamento fra la critica a Spinoza
e l’anticipazione di motivi vichiani, questo non significa che le due
nozioni siano necessariamente conseguenziali; inoltre, presuppor-
re delle tematiche vichiane deve essere utile solamente per definire
un incrocio di problemi che possono permettere un’elaborazione
vicina, per alcuni versi, a quella dell’autore della
Scienza nuova
79
.
L’uomo è un
mirabil composto
perché è congiunzione di due na-
ture eterogenee: mente e materia, entrambe particolari, e dunque
in qualche modo imperfette. Rossi cerca, innanzitutto, di spiegare
la natura della facoltà di
unificare
la conoscenza, sia a partire dalla
parzialità delle idee mentali che dalla parzialità dei dati esperien-
78
Come rileva Cervone in Id.,
La metafisica di Tommaso Rossi,
cit.
79
A questo proposito si veda B. De Giovanni,
“Facere”
e
“factum”
,
cit.
1...,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52 54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,...230