Roberto Evangelista
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infinito solo idealmente ma non realmente. Non esiste alcuna possi-
bilità di affermare l’infinità della materia. La scienza in questo modo
si dà solo a partire dalla mente e dalle sue strutture universali, e poco
importa se la mente umana riceve le idee dagli oggetti esterni la cui
particolarità è solo una fase transitoria del processo di conoscenza
umana. Le idee possono produrre scienza solo attraverso l’attività
della mente divina che ha creato le essenze e le forme delle cose che
l’uomo conosce. Il tema della differenza tra mente e materia è deci-
sivo per due aspetti fondamentali della riflessione rossiana. In virtù
di questa differenza l’uomo prende un posto particolare nell’ordine
cosmico, assumendo le caratteristiche di un particolare composto
tra materia e mente che richiama alla tradizione platonica rinasci-
mentale. Inoltre, la differenza radicale tra materia e mente permette
a Rossi di affermare la
onnipazienza
della materia, ovvero la sua totale
passività. La distinzione e la individuazione sono di per sé sintomo
di passività; se una sostanza divisibile ed estesa, riflette l’abate san-
nita con un argomento che si è visto essere anche di Toland, appare
variabile e mutevole, allora deve esserci un principio esterno che
le dà questo movimento, ma perché questo avvenga, la sostanza in
questione deve essere disposta ad accogliere la forza che le dà forma
e le permette di muoversi e, in un certo senso, di vivere. La mente è
la sostanza che può penetrare, comprendere e comunicare, ma que-
sta forza agisce sulla materia permettendo ai corpi di comunicare e
di mutare secondo un ordine mentale, grazie all’inerzia della materia
che la rende disponibile a ricevere le forme. Vale la pena considerare
da vicino il passo contenuto nel trattato
Dell’animo dell’uomo
.
La materia da sé non ha forma, né atto alcuno, ma per questo
appunto ella è tutta capace ed abile a ricevere ogni forma ed ogni
atto. La sostanza estensa, tutta distinta e divisibile della materia, che in
dividendo o non mai ad alcun termino perviene o termina in indivisibili
estremità, quanto per questo ella apparisce mobile e variabile, tanto
s’intende esser pieghevole ed arrendevole ed ossequiosa a prendere
tutte le forme e i modi, che ’l sapere e ’l volere mentale può ritrovare.
Se la materia non fosse tale qual è, estensa, impenetrabile, divisibile e
variabile in ogni modo, non potrebbe ella esser capace a ricevere forme,
né reali operanti nel mondo, né ideali significanti nell’uomo. Se la mente
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