Roberto Evangelista
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natura dell’uomo, circoscritta ogni divina comunicazione, è impossibile
che provenga. Siccome nella cognizione da dissimile obbietto dissimile
idea non può dipendere, così nella generazione da dissimile principio
dissimile forma non può provenire. Ugualmente nella cognizione e
nella generazione simile da simile in ogni modo proceder dee. [...] È
evidente che è affatto impossibile che da dissimile principio dissimile
fine proceda in qualunque genere di cose. L’idea innata di Dio dalla
natura dell’uomo per reali cieche idee ed espressioni, e sì l’idea di
supremo universale, infinito essere divino dal finito, particolare e
dipendente essere della natura dell’uomo, come simile reale forma
da simile reale principio dovria procedere; il che è una certissima
e chiarissima impossibilità. Ed ecco la dimostrazione di Cartesio.
L’idea di Dio innata non può dall’ingegno dell’uomo, né dalla materia
circostante, né dalla natura dell’uomo senza ogni comunicazione
divina potuta uscire dal nulla; rimane che da supremo universale e
infinito real essere divino in ongi modo dipenda
40
.
Sembra chiaro, dunque, in che senso Rossi sia cartesiano. L’abate
di Montefusco accetta e utilizza la dimostrazione della terza medi-
tazione metafisica, piuttosto che quella della quinta per due motivi:
innanzitutto per affermare a un tempo l’esistenza delle idee innate
e l’esistenza di Dio, in modo che l’una evidenza sia di supporto
all’altra; inoltre perché Rossi non è interessato a una dimostrazio-
ne che separi l’essenza dall’esistenza e la riaffermi esclusivamente
in Dio. L’essenza e l’esistenza per Rossi sono una congiunzione
necessaria su cui si fonda la scienza e su cui si fonda la conoscen-
za, dunque sembra plausibile che il suo interesse ricada su una
dimostrazione che è tutta interna alla mente e che ha nella mente
la sua fonte gnoseologica e oggettiva, perché condotta col ragio-
namento umano, ma solo in virtù della dipendenza della mente
dell’uomo dalla mente divina. A Rossi sembra in questo modo di
affermare una verità cartesiana sulla natura dell’uomo:
ego sum res
cogitans
. L’abate sannita tornerà sull’argomento, ribadendo che le
idee innate non sono principi della conoscenza, ma sono ciò che
la rende possibile, per quanto confusa possa essere. Le idee innate
costituiscono un sistema trascendentale che è garanzia della co-
noscenza, perché ne permette le operazioni primarie attraverso le
40
T. Rossi,
Della mente sovrana del mondo
, cit., pp. 342-343 (116-118).
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...230